“Accelerare la mobilità sostenibile unendo tutti gli attori del settore” così Eduardo López-Puertas, CEO di IFEMA MADRID presenta ieri 5 aprile a Roma Global Mobility Call, l’evento organizzato con Smobhub dedicato al settore della mobilità sostenibile. Il primo appuntamento avrà luogo Madrid dal 14 al 16 giugno di quest’anno.
“Sia in Italia che in Spagna abbiamo progetti ambiziosi” ricorda Alfonso Dastis, l’Ambasciatore per l’Italia che ha ospitato l’evento, e sollecita le due nazioni ad “aiutarsireciprocamente” impegnando in modo fruttuoso l’occasione data dai fondi del Next generation EU.
Un impegno, quello della mobilità sostenibile “ambizioso che può essere raggiunto solo in modo graduale“, rimarca Alessandro Morelli viceministro infrastruttura e mobilitàsostenibile che sottolinea anche l’importanza di sviluppare e differenziare le partnership.
Dalla Global Mobility Call alla mobilità elettrica nell’industria italiana
L’incontro è stata anche occasione per una riflessione sulla mobilità sostenibile e nella fattispecie elettrica nel nostro Paese da cui è emerso come la decarbonizzazione richieda un’attenzione ai trasporti come ha rimarcato Elisabetta Ripa Enel, Head of Enel Global E-Mobility Business Line. “Crediamo che sia arrivato il momento di concentrare gli sforzi. Si tratta di dare una severa accelerazione perché le grandi innovazioni non si realizzano da sole ma bisogna mettere a sistema”, ma serve una pianificazione concreta che guardi a cosa si va incontro e anche cosa si sta lasciando. “Siamo convinti che sia un percorso avviato” spiega Gianmarco Giorda DG dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia). Serve però “avere un approccio più di metodo con neutralità tecnologica e strategico con la costruzione di un ecosistema intorno al settore” e, rassicura,
“L’industria dell’automotrice italiana è a favore della mobilità elettrica”.
Di fatto l’esigenza del settore, spiega Giorda è che ci sia una “specifica sui target ma non sui percorsi”. Così da lasciare aperte le strade per altre soluzioni come biocombustibili, idrogeno fuel cell e quant’altro. Per farlo “serve una politica industriale importante con strumenti anche straordinari” come pianificare un set di incentivi sulla mobilità elettrica e lavorare di più sull’ infrastruttura di ricarica.
Un cambiamento che va gestito in tutte le sue sfaccettature, ricorda Giorda “Abbiamo circa 400 aziende che lavorano sulla filiera delle auto termiche. Pensiamo che probabilmente non ci sarà spazio per tutti quindi oltre a riconvertire dobbiamo traguardare alcune di queste aziende su tecnologie diverse dall’automotive”.
Una scelta che riguarda le imprese e i cittadini a cui è necessario offrire “un’opportunità di scelta” come illustra dal suo punto di vista Valentino Sevino DG di Amat per cui è necessario che il gestore della cosa pubblica crei “delle opportunità” e le “giuste soluzioni” in ambito urbano.
Le nuove occupazioni della mobilità elettrica
Un settore quello dell’automotive che deve si reinventarsi ma che vede anche la nascita e il consolidamento di nuove opportunità professionali. Nuova attenzione sarà quella da dare agli istituti professionali, spiega Ripa, perché le infrastrutture di ricarica oltre a dover essere istallate vanno anche manutenute. Così sarà per le batterie. Anche l’analisi e lo studio dei big data genera nuove professionalità del settore senza le quali la mole dei dati acquisiti dalla smart city è praticamente inutile. La PA anche deve guardare alle nuove esigenze partendo dai big data e finendo sui banchi dell’Europa con una maggiore preparazione nella gestione dei bandi europei.
Infine una nuova mobilità condivisa in pooling o su mezzi sostenibili pubblici e privati non deve dimenticare la necessità di chi questi mezzi green li dovrà condurre.
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