L’indipendenza energetica dell’Italia può realizzarsi con il massimo di efficienza e di produzione di energia dalle fonti rinnovabili. Il nostro Paese ha grande disponibilità di sole, vento ma anche idroelettrico e geotermia sostenibili e soprattutto può vantare una grande capacità tecnologica per trasformare le fonti gratuite in energia elettrica davvero disponibile. Si tratta di una strada percorribile, ma serve visione per porre in essere una risposta strutturale alla crisi energetica sulla via dell’indipendenza dalle importazioni.
È l’appello lanciato al convegno Italia e UE: indipendenza energetica e sfida EcoDigital, promosso da fondazione UniVerde e fondazione Homo Ex Machina in collaborazione con TeleAmbiente e Radio Radicale che si è svolto il 30 marzo a Roma. Per superare lo stallo attuale sulle opere già presentate ma in lista d’attesa è stata lanciata l’ipotesi di una figura preposta, ovvero un Commissario straordinario per lo sblocco degli impianti rinnovabili.
Ex premier Conte: “Recovery fund sulle rinnovabili”
Caro prezzi, caro energia, necessità di approvvigionamento, autonomia e povertà energetica. L’ex Premier Giuseppe Conte ha rilanciato la necessità di un piano straordinario d’investimenti per accelerare la transizione energetica, con la proposta di un Recovery fund per le energie rinnovabili: “Serve ragionare con una strategia di Paese. La rivoluzione la dobbiamo perseguire attraverso l’impegno delle risorse finanziarie contro i costi spropositati dell’energia e le speculazioni. Le rinnovabili ci consentono di raggiungere la libertà, l’autonomia, di vincere la battaglia nel contrasto al cambiamento climatico. Bisogna operare una semplificazione, gli imprenditore del settore chiedono regole chiare”.
Sulle risorse del Pnrr, “dobbiamo riuscire a rispettare il cronoprogramma previsto. L’unica possibilità per accelerare il percorso, oltre alla semplificazione, è mettere in atto un sistema di accountability, un monitoraggio trasparente e pubblico. Oltre a questo, occorre favorire l’allargamento delle aree idonee agli impianti rinnovabili e estendere il ruolo delle comunità energetiche”.
Crisi energetica: transizione green e rivoluzione ecodigital
L’attuale crisi geopolitica è la dimostrazione di quanto sia necessario e urgente accelerare al massimo sulla transizione energetica. Lo ha ribadito la Senatrice Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato della Repubblica e promotrice del convegno: “La ricerca dell’indipendenza energetica, la necessità di non essere sempre esposti alle fluttuazioni del mercato e la battaglia contro i cambiamenti climatici, che è quella decisiva, sono oggi una cosa sola. Dobbiamo però essere consapevoli che proprio in questa occasione, quando la crisi imporrebbe di concentrare risorse ed energie solo sul passaggio alle rinnovabili, verranno operati tentativi di volgere le cose in senso opposto, di aumentare l’uso dei fossili in nome dell’emergenza, di rallentare invece che accelerare la transizione ecologica”.
La rivoluzione ecodigital è un’opportunità da cogliere appieno in risposta alla crisi energetica. Lo ha sottolineato il presidente della fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio: “È una grande sfida che permetterà all’Italia una grande evoluzione. D’altra parte le esperienze delle due sfide EcoDigital del 2007, l’ecobonus e il Conto energia, hanno portato il nostro Paese ad avere record sia nell’adeguamento degli standard nell’edilizia sia nella produzione di energia ad esempio da fonte fotovoltaica. Le sfide sono anche i nuovi impianti eolici offshore e la copertura con il solare di tutte le superfici che non abbiano pregio artistico. Il fatto che l’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo aver portato in Italia i fondi della transizione ecologica e digitale, lanci oggi la sfida su una soluzione shock per le rinnovabili è sicuramente un buon segnale”.
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Uscire dalla dipendenza del gas russo
A fare il punto della situazione per il comparto delle rinnovabili e dell’elettrico, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, ha sottolineato: “Siamo in emergenza energetica perché il prezzo del gas, con cui produciamo il 60% dell’elettricità in Italia, è quadruplicato. L’aumento di prezzo più vorticoso è avvenuto prima della guerra, la sua volatilità ha cause strutturali. E strutturale deve essere la soluzione, come quella proposta da Elettricità Futura per tagliare del 20% le importazioni di gas in 3 anni: il settore elettrico è pronto ad installare 60 GW di rinnovabili, investire 85 miliardi di euro e creare 80.000 nuovi posti di lavoro. Mancano solo le autorizzazioni. Affinché vengano rilasciate, chiediamo la nomina di un Commissario straordinario per l’emergenza energetica”.
Per Livio de Santoli, prorettore alla Sostenibilità presso la Sapienza università di Roma, “l’eliminazione della dipendenza dal gas russo si può fare entro cinque anni, quella dal fossile entro dieci. C’è la tecnologia, sono state avanzate proposte e scenari, ci vuole una volontà politica seria e coraggiosa. Una libertà energetica contro le guerre e contro le disuguaglianze del mondo”.
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Città metropolitane e transizione energetica
Per non rischiare di andare fuori rotta verso gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050, l’Italia ha bisogno aumentare la penetrazione delle fonti di energia rinnovabile rispetto ai consumi totali, ridurre le emissioni di CO2, snellire le procedure burocratiche per l’installazione degli impianti, accelerare sugli attuativi, sull’autoproduzione da rinnovabili e sulle comunità energetiche. Fondamentale, lungo il percorso della transizione energetica, sarà anche il ruolo delle città.
In collegamento video, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala a tal proposito ha dichiarato: “Il percorso di transizione ecologica e digitale che è stato avviato a Milano, come in altre città, non può e non deve essere fermato adesso. Anzi, l’Italia e l’Unione Europea devono impegnarsi per mettere a frutto le esperienze e le competenze sviluppate in questi ambiti perché nell’ecosistema digitale, ambientale, sociale ed economico che abbiamo l’occasione di definire oggi cresceranno le opportunità dei nostri giovani”.
Secondo il punto di vista del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in un messaggio ha ricordato che il tema è di strettissima attualità: “Come Amministrazione comunale, per le competenze che le norme ci attribuiscono, stiamo lavorando ad un grande progetto sulla transizione ecologica della città di Napoli che rappresenterà anche un modo di approcciare in maniera integrata una grande sfida soprattutto in un territorio come il nostro la cui area metropolitana conta 3 milioni di abitanti. Dobbiamo anche creare la necessaria partecipazione sociale a questo processo per fare in modo che la transizione diventi anche uno strumento per creare nuove opportunità di comunità”.
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