Quando si parla di sostenibilità, un aspetto fondamentale è quello di poter misurare l’impatto ambientale dei processi per tracciarli e magari successivamente intervenire, modificandoli. 

Il progetto pilota “App P.E.A.S.” nasce proprio per misurare l’impatto di un abito nel tempo. Si tratta di un’innovazione tecnologica che integra per la prima volta tracciabilità e gamification. Il progetto, iniziato due anni fa, è stato realizzato da 1trueid, specializzato nell’identificazione digitale degli oggetti, dalla software house Wwg, da Mood, produttore di luxury brand e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con la start up etica Wråd di Matteo Ward e, grazie al supporto di Regione Lombardia con il bando Fashiontech.

Per approfondire di cosa si tratta, risponde alle domande di Canale Energia Alessandro Brun, professore ordinario e direttore del Global executive master in luxury management al Politecnico di Milano.

In che cosa consiste esattamente la tecnologia P.E.A.S. (Product environmental accountability system)? Come riesce a rendere facilmente visibili le informazioni sull’origine e l’impatto dei nostri vestiti?

La tecnologia P.E.A.S. consiste in tre elementi tecnologici e in un’analisi tecnica: il Life cycle assessment. Quest’ultima è in grado di calcolare l’impatto ambientale di tutti i passaggi produttivi necessari a trasformare un fiocco di cotone in un capo di abbigliamento, come ad esempio una felpa: dal consumo di acqua all’emissione di CO2, dall’eventuale utilizzo di materie plastiche o sostanze chimiche per il lavaggio o la tintura al “peso” del trasporto, in base al luogo di produzione e quello di vendita, all’impatto sul clima. 

Queste informazioni vengono custodite in una blockchain a ridotto consumo energetico, una “memoria” ad accesso pubblico che può essere integrata con nuovi dati senza però modificare i precedenti e vi si può accedere attraverso un tag, un’etichetta intelligente apposta sul capo, che in pratica rappresenta la “carta d’identità sostenibile” di quell’abito. 

Scaricando un’app sul telefonino, l’utente potrà leggere tutte le informazioni relative all’impatto sull’ambiente prodotto dal ciclo di vita di quel vestito e le aggiornerà automaticamente ad ogni uso e lavaggio, rendendosi conto concretamente e in tempo reale di quanto i suoi comportamenti abbiano ricadute positive.

Ad ogni interazione con l’utente infatti, P.E.A.S. ricalcola il costo ambientale del capo di abbigliamento, incentivandone l’utilizzo in una sorta di gioco che premia i comportamenti virtuosi per contrastare la sovrapproduzione e l’inutile consumismo. È evidente infatti che, più un abito viene indossato, più si abbassa il suo impatto sull’ambiente, nonostante l’acqua e l’energia impiegate per lavarlo. Invece, è stato calcolato che in media nel mondo, un capo viene gettato dopo solo sette utilizzi, spesso dopo appena due o tre, o addirittura giace nel cassetto con ancora il cartellino del prezzo. 

Attraverso l’app, tutte queste informazioni appaiono sullo schermo del nostro smartphone in forma chiara e schematica, grazie ad una specie di “cruscotto” che ci restituisce i dati essenziali.

Come funziona l’algoritmo in grado di comunicare di quanto possa essere ammortizzato nel tempo l’iniziale costo ambientale del capo indossato? 

L’algoritmo ricalcola l’impatto dell’abito in base all’utilizzo. Il meccanismo è semplice: è l’equivalente di usare l’auto da soli o con altri tre passeggeri, dividendo per quattro il “peso” ambientale complessivo del viaggio. Allo stesso modo, se io indosso un capo una volta sola avrà un certo costo per l’ambiente, ma se lo indosso cento volte, quel costo, pur aumentato dell’impatto dei vari lavaggi, andrà diviso per cento. 

Quale ruolo ha avuto la tecnologia blockchain e l’intelligenza artificiale nel progetto? Come è possibile che si possa monitorare in tempo reale il concreto impatto ambientale del capo?

La tecnologia blockchain serve ad assicurare che i dati non vengano manomessi, ma solo aggiornati ogni volta che un utilizzatore legge o interagisce attraverso l’app, visto che sono conservati in uno spazio di memoria “aperto”, accessibile a tutti. L’intelligenza artificiale invece, in questo caso non serve, basta il pallottoliere di antica memoria per contare ogni volta che il capo viene indossato e “diluire” progressivamente il suo iniziale costo ambientale. 

Quante e quali sono le aree ambientali di impatto analizzate? Sono state monitorate tutte le fasi di produzione del capo. Quante sono complessivamente?

Le aree ambientali di impatto sono: potenziale di acidificazione, potenziale di eutrofizzazione, potenziale di riscaldamento globale (emissioni di CO2), potenziale di ossidazione fotochimica, potenziale di esaurimento delle risorse abiotiche-elementi minerali e metallici, potenziale di esaurimento abiotico-combustibili fossili, potenziale di scarsità idrica, potenziale di assottigliamento ozono, consumo energetico, tossicità per l’uomo-effetti di tipo tumorale, tossicità per l’uomo-effetti di tipo non tumorale, eco-tossicità acquatica, utilizzo di risorse idriche. 

Quanto alle fasi di produzione, ad esempio di una felpa, sono state coperte tutte le principali lavorazioni e attività del processo, fino al capo finito: filatura, tessitura/smacchinatura, gestione filato e tessuto, tintura, taglio tessuto, stampa, stiro, lavaggio e confezionamento. Sono stati poi considerati il trasporto verso il consumatore, l’utilizzo da parte di quest’ultimo (che include lavaggio, stiratura, asciugatura) e ancora, lo smaltimento. Quest’ultimo, nel caso di raccolta indifferenziata, avverrà tramite incenerimento/termovalorizzazione. 

Si può dire che l’app P.E.A.S. permette di analizzare e raccogliere i dati di tutta la filiera dal fornitore al consumatore finale?

La app P.E.A.S. non raccoglie i dati, semplicemente li mostra e li rende accessibili. Al momento, sono inseriti in maniera volontaria da diversi attori della filiera, ma auspichiamo di arrivare presto ad un accordo di settore, affinché le aziende siano incentivate a fornire le informazioni ricevendone in cambio una sorta di certificazione, in modo che tutti partecipino in totale trasparenza.

La tecnologia è già disponibile per le aziende? Invece, quando potrà esserlo per il consumatore finale?

Abbiamo concluso la fase prototipale del progetto, a breve sarà rilasciata una prima versione per entrambi i versanti, le aziende e gli utenti finali.


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Professionista delle Relazioni Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, si occupa di energia e sostenibilità con un occhio di riguardo alla moda sostenibile e ai progetti energetici di cooperazione allo sviluppo. Possiede una solida conoscenza del mondo consumerista a tutto tondo, del quale si è occupata negli ultimi anni.