porto di Ravenna
foto Pixabay

Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha istituito il Tavolo del mare, un tavolo di confronto permanente con associazioni sindacali e di categoria e affrontare i temi relativi alla sostenibilità ambientale sociale ed economica dei porti.

I temi sul tavolo

Tra i temi affrontati dal Tavolo permanente, al quale prendono parte non solo il ministero e le Capitanerie di porto ma anche le associazioni di rappresentanza di tutti gli attori coinvolti, ci sono: le infrastrutture sostenibili, gli effetti della crisi climatica, la qualità del lavoro e la sicurezza, digitalizzazione e tassazione.

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“Abbiamo voluto creare un luogo di discussione, dove elaborare strategie, avanzare proposte concrete e trovare soluzioni condivise per far fare un salto di qualità al settore”, ha dichiarato in una nota stampa il ministro Enrico Giovannini inaugurando il tavolo permanente sul mare. “Serve un forte spirito di collaborazione, anche in considerazione dei forti investimenti sui porti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che avranno un impatto importante nel processo di transizione ecologica. Siamo di fronte a un investimento senza precedenti e a una grande sfida europea”.

Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, ha sottolineato che “l’istituzione di questo tavolo rappresenta l’accoglimento della richiesta che era alla base della nostra proclamazione di sciopero dei lavoratori portuali organizzato per il 17 dicembre scorso e poi sospeso”. Inoltre, “l’importanza di questo tavolo risiede nel suo obiettivo di dare organicità al confronto per una maggiore competitività al settore complessivo. Le azioni da compiere da qui al prossimo futuro sono fondamentali a partire dall’attuazione della riforma della Legge 84/94, al tema posto dall’Unione Europea sulla natura giuridica delle Autorità portuali, al tema delle concessioni e dell’autoproduzione delle operazioni portuali a bordo nave, passando per il tema della sicurezza sul lavoro sulle navi e nei porti e quello della formazione e del lavoro usurante”.


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