In Italia lo spreco alimentare corrisponde a circa 3,6 milioni di tonnellate all’anno. “L’altra metà del cibo, il vademecum per una ristorazione #zerosprechi” è lo strumento nato per aiutare a ridurre gli sprechi, presentato lo scorso 25 ottobre a Milano.
Il vademecum è frutto della collaborazione tra Metro Italia e Apci (Associazione professionale cuochi italiani), Banco Alimentare, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e riceve il sostegno dell’on. Maria Chiara Gadda, promotrice della legge 166/2016.
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Il vademecum
Nel vademecum i ristoratori possono trovare dei suggerimenti per sensibilizzare i clienti attraverso menù pensati ad hoc per non sprecare e valorizzare gli scarti, così da donare eventuali eccedenze. Il vademecum è stato redatto grazie alla collaborazione di 12 chef che hanno contribuito a perfezionare i suggerimenti proposti.
“Ci impegniamo costantemente per ideare soluzioni pratiche e concrete che permettano ai nostri clienti di gestire al meglio i propri locali. Anche il vademecum #zerosprechi va in questa direzione”, afferma in una nota stampa Nicolò Picco, head of commercial strategy Metro Italia.
Marco Lucchini, segretario generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, rimarca: “Banco Alimentare è onorato di aver potuto condividere nel vademecum i suoi 32 anni di esperienza quotidiana nel recupero di cibo ottimo, che non trova sbocco nel mercato, ma diventa preziosa risorsa per migliaia di associazioni che accolgono più di un milione e mezzo di persone in difficoltà nel nostro Paese”.
“La legge antispreco funziona – aggiunge l’onorevole Gadda – perché ha estremamente semplificato e agevolato fiscalmente il recupero delle eccedenze. Iniziative come questa per una ristorazione zerosprechi, aiutano a promuovere un sistema di economia circolare”.
La scelta di coinvolgere 12 chef ambassador nella fase sperimentale del vademecum ha consentito di massimizzare il taglio pratico delle linee guida, evidenzia Fabio Iraldo, condirettore del Laboratorio Sum-Sustainability management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, consentendo di trasformare la teoria della ricerca in una soluzione pratica e applicabile alla società attraverso il lavoro con tutti i soggetti.
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