“Dobbiamo passare da un modello di economia lineare a un modello di economia circolare che favorisca la gestione efficiente delle risorse e ci consenta di trasformare la gestione dei rifiuti in una opportunità per il territorio, il clima, la qualità della vita dei cittadini e l’occupazione”.
Così Federico Testa, Presidente ENEA, ha introdotto la candidatura dell’Agenzia a referente tecnico nazionale per PA e pmi in questo momento di transizione verso l’economia circolare. L’annuncio, fatto ieri durante l’evento “L’Italia verso l’economia circolare. Gli strumenti operativi per una gestione efficiente delle risorse” organizzato a Roma dall’Enea, richiama la necessità di un “coordinamento a livello politico tra tutti i ministeri” e, soprattutto, di un “coordinamento a livello tecnico”. Pertanto la proposta è di creare una Agenzia per l’uso efficiente delle risorse in modo da centrare le opportunità derivanti dall’attuazione del pacchetto Ue varato lo scorso 2 dicembre 2015: un risparmio di 600 miliardi di euro per le imprese, una riduzione annuale delle emissioni di gas serra di 450 milioni di tone e la creazione di 541 mila posti di lavoro.
L’Enea, in particolare, dovrà riuscire a guidare le piccole e medie imprese e a indirizzare verso la riduzione dei consumi, l’eco-progettazione e la produzione sostenibile un know how già maturo: “Per i RAEE in Italia abbiamo sviluppato un approccio prodotto-centrico che ci fa recuperare tutto il recuperabile – ha sottolineato Roberto Morabito, Direttore Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA – Oggi abbiamo la tecnologia per farlo, ma non abbiamo il sistema perché ciò avvenga: non riusciamo, ad esempio, a recuperare tutte le schede elettroniche dei dispositivi e queste vengono portate in altri paesi (ad esempio in Germania)”.
Inoltre, ha rimarcato Morabito, “parlare di economia circolare è poco utile se il comparto tecnologico non è affiancato da forti strumenti legislativi”. Oltre a questi, servono strumenti “normativi, finanziari“, ma soprattutto “un Governo della transizione che sappia indirizzare un necessario cambiamento degli stili di vita”. Perché è fondamentale stimolare un cambiamento culturale trasversale “dal concetto di possesso del bene al concetto di fruizione del bene”, che attribuisca maggiore responsabilità al produttore e che si basi su una “filiera del materiale”. Dove la materia sia vista come risorsa (certificata) da cui generare ‘nuova’ materia secondo un ‘circolo perfetto’.
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