La carenza di microchip e di altri componenti industriali starebbe costringendo l’industria automotive a rivalutare le proprie linee di fornitura. Lo rileva Global Data: “La necessità del momento è ridurre la dipendenza da una manciata di fornitori asiatici e statunitensi”, afferma la società di analisi in un nuovo studio. Il timore è che “a breve termine, i rivenditori potrebbero trasferire i costi crescenti sui propri clienti, il che potrebbe far diminuire la domanda”, sottolinea nella case history.
Germania, Giappone, Stati Uniti e Cina sarebbero già stati profondamente colpiti economicamente dalla recente carenza di chip al silicio. I lunghi tempi di consegna per aggiungere capacità di produzione di semiconduttori rappresentano l’effetto della mancanza di fornitura. Tanto che si è provveduto a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del Pil reale di 0,14 punti percentuali per la Germania, 0,23 per il Giappone, 0,45 per gli Stati Uniti e 0,25 per la Cina.
Mercato automotive in flessione
Lo stallo dell’automotive è preoccupante e le prospettive non sarebbero positive. I dati mostrano che il mercato delle vendite di veicoli leggeri è diminuito di circa il 26% a settembre 2021 nelle regioni dell’Europa occidentale e del Nord America. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno registrato un forte calo delle vendite (-24,9%), secondi al Regno Unito con una perdita del 34,9%.
Percentuali negative anche in Germania con una diminuzione del 22,36% da inizio anno, seguite da Stati Uniti (-17,3%) e Cina (-10,5%). In Giappone si prevede che il mercato diminuirà ulteriormente nei prossimi mesi, in gran parte a causa della riduzione della produzione del 40% di Toyota, così come si legge nello studio.
Ricadute negative anche nella produzione di moduli solari
Oltre che nel settore dell’automotive, le ripercussioni si farebbero sentire anche in quello delle rinnovabili: “I continui blocchi all’attività in molti paesi dell’Asia hanno interrotto le catene di approvvigionamento globali nei settori dell’elettronica e del solare. L’aumento della domanda di energia fotovoltaica e l’aumento dei prezzi del silicio, dal giugno 2021, hanno colpito gli impianti di produzione”, afferma Global Data.
La previsione è che i prezzi del silicio rimarranno elevati per il resto dell’anno e saranno ridotti solo in caso di aumento della produzione. Potrebbero sorgere timori di stagflazione a causa dell’impennata dei prezzi e del ritardo della crescita economica a livello globale.
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