povertà energetica

Accelerare la transizione energetica in maniera sostenibile, sviluppare tecnologie basate sull’elettricità carbon-free eliminare la povertà energica. Su questi temi, e sulle azioni da mettere in campo per raggiungere tali obiettivi, i leader mondiali si sono riuniti il 24 settembre alle Nazioni Unite al summit “Un high-level dialogue on energy”. Il nuovo paradigma coinvolge diversi ambiti dell’economia e del settore industriale mondiale. Da quanto emerge servono strategie ambiziose per una road map utile ad assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili, moderni e azzerare le emissioni nette.

Il summit ha visto le varie nazioni impegnarsi per accelerare i precedenti impegni energetici al 2030 e raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Gli Stati membri dell’Onu puntano a intensificare gli sforzi per centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, inseriti nell’Agenda 2030, e i target stabiliti con gli accordi di Parigi del 2015.

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Gli impegni all’Onu saranno sufficienti a fermare la crisi climatica ed eliminare la povertà energetica?

Le quattro priorità per un futuro energetico sostenibile, delineate dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, puntano a: dimezzare il numero di persone senza accesso all’elettricità entro il 2025; passare rapidamente a fonti di energia pulita; raggiungere l’accesso universale all’energia entro il 2030; assicurarsi che nessuno venga lasciato indietro nella corsa verso un futuro a emissioni zero.

Alcuni impegni energetici sono stati già presi nei mesi precedenti con gli Energy compacts. Si tratta di azioni volontarie a ridurre le emissioni nette e ottenere energia sostenibile e accessibile a tutti entro il 2030.

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Le azioni dell’Energy Compact: alcuni impegni chiave

Gli Stati Uniti hanno assunto l’impegno a garantire che l’80% della produzione di energia elettrica del paese proverrà da fonti pulite entro il 2030. Gli Usa mobiliteranno 25 miliardi di dollari (oltre 21 miliardi di euro) a sostegno di Power Africa, l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale che guida gli sforzi umanitari nel mondo contro la povertà energetica.

La Cina ha già anticipato che porrà fine a tutti i finanziamenti sulle centrali elettriche a carbone e reindirizzerà il suo sostegno all’energia verde e a basse emissioni di carbonio.

Il piano della Germania è quello di aumentare la percentuale di energia rinnovabile nel consumo totale di elettricità al 65% entro il 2030 e a sostenere con 7 miliardi di euro il lancio sul mercato della tecnologia dell’idrogeno.

Da parte sua, l’India, uno dei maggiori contributori alle emissioni climalteranti, ha preso diversi impegni relativi alla produzione di energia rinnovabile e alla riduzione della quota di CO2. Il Paese si sta impegnando ad aggiungere 10 GW di capacità alla produzione di energia solare fotovoltaica entro il 2025, aumentando la capacità installata a 450 GW entro il 2030. Inoltre, attuerà una strategia nazionale per l’idrogeno verde.

La Commissione europea annuncia tre patti energetici

Al dialogo alle Nazioni Unite, la Commissione europea ha annunciato tre patti energetici fortemente legati alle priorità dell’Ue, in particolare: l’accesso universale all’energia, una transizione giusta e la promozione delle energie rinnovabili, compreso l’idrogeno verde. I patti contribuiranno a realizzare la decarbonizzazione del continente e integreranno gli impegni dell’Ue in materia di finanziamenti per il clima.

In particolare:

  • l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) preparerà tabelle di marcia per i percorsi inclusivi sulla via della decarbonizzazione del sistema energetico;
  • l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) stilerà le prospettive di transizione energetica regionale per Africa, America Latina, Caraibi e della stessa Europa.
  • sarà avviato un Green hydrogen compact con con Danimarca, Germania, Irena, e altri partner, per dare una spinta alle tecnologie dell’idrogeno verde in tutto il mondo.

In generale, il vicepresidente esecutivo per il Green deal europeo, Frans Timmermans, e il commissario per l’energia, Kadri Simson, hanno rilanciato l’ambizione di rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Insieme a questo, si prevede di raggiungere una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra nell’Ue entro il 2030, secondo l’ambizioso pacchetto di proposte legislative presentate il 14 luglio scorso.

L’Energy compact delle aziende energetiche italiane

Per quanto riguarda il settore privato, Enel ha dichiarato che raggiungerà 5,6 milioni di nuovi collegamenti elettrici entro il 2030. Inoltre, si impegna a: accelerare l’eliminazione graduale del carbone al 2027, triplicare la produzione di energia rinnovabile a 145 GW entro il 2030 e a fornire oltre 4 milioni di punti di ricarica per veicoli elettrici e 10 mila autobus elettrici entro il 2030.

Anche Eni ha lanciato il suo impegno pubblico riconosciuto dalle Nazioni Unite. Nell’ambito dell’Energy compact, l’intenzione è quella di giocare un ruolo di leadership sugli obiettivi climatici a livello globale, in linea con l’impegno strategico dell’azienda di raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2050. In particolare, entro il 2030 si punta a aumentare la capacità rinnovabile installata a più di 15GW, ridurre le emissioni assolute del 25% e l’intensità carbonica netta del 15%. Infine, dichiara di voler raggiungere il net-zero carbon footprint per le emissioni delle attività upstream.


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