Biometano, tra potenzialità economiche e vantaggi ambientali

Biomasse 16092015Si snodano in un territorio comune, che coniuga aspetti ambientali ed economici, le potenzialità legate al comparto del biometano, argomento di di cui si è parlato ieri a Milano nella sede della Camera di Commercio, durante l’incontro ‘Biometano e dintorni’, organizzato da AIEE (Associazione italiana Economisti dell’Energia) e Innovhub (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano che nasce dalla unione delle ex-Stazioni Sperimentali per l’Industria dei settori cartario, tessile, dei combustibili e degli oli e dei grassi). La conferenza è stata l’occasione per tracciare un quadro dello stato dell’arte di un settore che, attualmente entrato  in una fase di stabilità da un punto di vista regolativo, dovrà cercare ora di svilupparsi rafforzando l’asse di dialogo tra la domanda e l’offerta.

Per quanto riguarda  l’impatto ambientale, in particolare, legato al settore dei trasporti,  i vantaggi offerti dal biometano sono notevoli,  come ha sottolineato Roberto Roasio, product manager di Ecomotive Solutions, spiegando come una sostituzione del metano tradizionale con il biometano abbia “una capacità di ridurre la CO2 in modo esponenziale”, risultato non raggiungibile con nessun altro carburante alternativo, ma soltanto con un’alimentazione elettrica completamente rinnovabile, che oggi non esiste.

Ma le potenzialità del biometano, lungi dall’essere confinate in discorsi legati alla sostenibilità, sono legate, per Roasio,  anche ai vantaggi di un mercato che, secondo le previsioni, oltre ad avvalersi dello strumento degli incentivi, vedrà il costo di questo carburante green allinearsi a quello del metano o addirittura caratterizzarsi in maniera ancora più competitiva. “il biometano, essendo incentivato, ha potenzialità interessanti per chi fa trasporto professionale ed è proprio quello il punto che porterà avanti questo componente in modo estremamente rapido”, ha spiegato Roasio (nel video l’intervista integrale).

La tecnologia oggi esiste – ha sottolineato il manager – abbiamo l’opportunità di convertire qualunque tipo di mezzo, abbiamo l’opportunità di sfruttare il biometano e di dare una soluzione a chi il biometano lo produce, perché proprio questa sarà la sfida: creare la connessione tra chi produce biometano e coloro che fanno del trasporto la loro professione”.

A rimarcare il fatto che ormai ci siano le condizioni per uno sviluppo futuro del comparto anche Claudio Fabbri di CRPA (Centro Ricerche Produzioni animali). Dal punto di vista economico, ha spiegato Fabbri,  “il sistema è pronto, il decreto è uscito, come le norme applicative e il sistema per accreditarsi. Si tratta ora di mettere insieme tutto lo schema: i contratti, i rapporti tra chi produce il biometano e chi lo deve utilizzare. (…) Di fatto  le basi normative hanno determinato un’opportunità, ora sono gli operatori (…) che devono metterla in atto, spetta a loro la palla” (Nel video l’intervista integrale).

Il settore del biometano in Italia sembra, dunque, assumere i connotati di un comparto che grazie a una fisionomia più delineata da un punto di vista normativo e dell’incentivazione, potrà offrire margini di sviluppo stabile nei prossimi anni.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.