Lo stato di efficientamento energetico degli immobili italiani è ancora lontano dagli obiettivi europei, confermato anche dal fatto che la percentuale di quelli appartenenti alla classe energetica G risulti essere la maggioranza nel 2020.
Sono circa 15 milioni i nostro connazionali che vivono in abitazioni con caratteristiche energetiche antiquate, che costano in termini di spesa, 2.100 euro ogni 100 metri quadrati in più all’anno per la loro gestione energetica.
Questi sono i numeri forniti da Ener2Crowd.com, prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, che ha contribuito a rendere accessibile ad un maggior numero di cittadini il Superbonus 110%.
Quest’ultimo ha sicuramente incentivato gli interventi abitativi in materia di efficienza energetica, facendo così aumentare il valore degli immobili e contribuendo fattivamente alla transizione energetica, creando anche un indotto grazie al quale sono stati messi in moto investimenti per 800 milioni di euro.
“Guadagnare investendo nella sostenibilità è possibile. Nella nostra visione del crowdfunding, la green economy non rappresenta certo un ostacolo all’efficienza economico-finanziaria ma una leva per trasformare la finanza in qualcosa che sia profittevole senza trascurare la salvaguardia dell’ambiente e l’obiettivo sempre più realistico di rendere le nostre città luoghi nuovamente vivibili ed in armonia con la natura circostante” dichiara Niccolò Sovico ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
I problemi strutturali delle case italiane
Ma, secondo quanto riportato dall’indagine, basandosi su dati Istat, 8,4 milioni di italiani, ovvero il 14% della popolazione, vivono in case con problemi strutturali, che includono anche problemi di umidità.
La geografia è la seguente: nel Mezzogiorno si registra il 15,5%, al centro il 13,4% e al nord il 13%.
In Abruzzo il problema è più marcato, con il 22,6%, a seguire la Liguria con il 19,7% e la Campania con il 19,2%.
Le condizioni strutturali migliori si hanno in Valle d’Aosta (9,4%), Friuli-Venezia Giulia (9,8%), Sicilia (10,3%) e Piemonte (10,3%).
L’inquinamento acustico
Un altro problema che colpisce le case degli italiani è l’inquinamento acustico, subito da 7,1 milioni di italiani, il 12% della popolazione.
A livello regionale, le case più rumorose si collocano in Liguria (16,3%), in Campania (16,2%) e in Piemonte, terzo con il 15,3%, a pari merito con il 15% il Lazio e la Puglia.
Invece, le regioni dove l’inquinamento acustico è minore sono: la Valle d’Aosta con il 2,8%, il Molise con il 5% e la Basilicata con il 5,3%.
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