Le microalghe rappresentano il nuovo strumento per la lotta al cambiamento climatico. Un cibo estremamente proteico come la spirulina, che permette di produrre l’equivalente delle proteine di una bistecca con molto meno uso di acqua e suolo. Ma non solo, possono essere usate anche come vere e proprie spugne in grado di pulire l’ambiente dalla CO2 e altre sostanze nocive, e gli scarti? Si bruciano e se ne fa energia o si usano come fertilizzanti nel terreno.
Microalghe da filtro per l’aria a produzione di biomassa per agricoltura ed energia
Restando in tema alimentare “Se pensiamo che per produrre 1 kg di soia servono circa 6mila litri di acqua, mentre per 1 kg di carne ne servono circa 10-11 mila litri, considerate che per la Spirulina bastano 2mila- 2.100 litri“ spiega a Canale Energia Andrea Moro fondatore insieme a Gabriele Cipri di Livegreen, realtà tutta italiana che ha riportato cervelli in fuga in Sardegna dove ha un impianto che a breve arriverà a produrre circa 60 tonnellate anno di microalghe. “Mentre rispetto al consumo di suolo pensiamo che servono ettari su ettari per produrre la soia e solo pochi ettari per realizzare le microalghe”.
Come anticipato oltre a rappresentare una risposta alla emergenza cibo, le microalghe possono essere utilizzate come “spugne” cattura di CO2. “La Spirulina può arrivare a fissare fino a due volte il suo peso di anidride carbonica”, dimostrando una capacità di fissazione per ettaro per anno maggiore di quella di altre tipologie di colture. “Per ogni kg di spirulina, circa 1,9kg di CO2 vengono sottratte all’ambiente”. Ricordiamo che un ettaro di bosco fissa circa 6,4 ton di CO2 all’anno, il mais ne fissa circa 30-35 ton/ettaro di CO2, mentre la Spirulina può arrivare a 80-100 Ton/ettaro di CO2 fissata in un anno.
L’unica grande necessità della cultura di micro alghe è l’irraggiamento solare. “Proprio come l’energia fotovoltaica le microalghe agiscono per fotosintesi. Pe questo la scelta dell’impianto è ricaduta sulla Sardegna la regione con più irraggiamento di Italia” spiega Moro.
La caratteristica di filtro per l’aria tipico delle microalghe è solo una delle proprietà, difatti le alghe agiscono come spugne che filtrano la stessa acqua in cui vivono rendendole dei naturali elementi che puliscono ad esempio le acque o le impurità di un ambiente. “Come spugne assorbono cose positive e negative quindi anche metalli pesanti o idrocarburi e come tali possono essere dei filtri di pulizia” continua Andrea Moro che sottolinea come la potenzialità data dalla versatilità di questi micro elementi sia solo all’inizio “studiamo solo alcune centinaia di specie di microalghe quando invece ne esistono molte di più in natura”.
La versatilità delle microalghe anche per giochi di design in architettura
Una versatilità per cui saranno usate, non senza un interessante apporto scenografico, dato dai colori, a Dubai nel padiglione Italia. È proprio Livegreen l’azienda impegnata in questa realizzazione “Siamo stati scelti da Tolo Green partner tecnico del padiglione Italia per la progettazione di queste vasche. Si tratta di laghetti artificiali colorati con dentro tre alghe differenti” rimarca Moro. “Tecnologie usate anche in film plastici trasparenti o delle pareti che possono svolgere la funzione negli edifici di foto bioreattori che depurano le acque grigie. Da questi si possono ricavare alghe non adatte all’alimentazione umana, ma utili come fertilizzanti o pellet per produzione energetica”.
“A questo proposito stiamo progettando un impianto in Toscana nel parco della geotermia di Enel green power. La struttura andrebbe ad assorbire l’anidride carbonica prodotta dalla geotermia e a sfruttare i cascami termici per la produzione. Il che rappresenta un altro modo per migliorare l’apporto sinergico tra microalghe ed energia”.
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