L’Enea, all’interno della roadmap per lo sviluppo delle comunità energetiche, a cui sta lavorando con un nutrito team, sottolinea che, attualmente la fase in cui si trovano le comunità è di transizione e “palestra”, in quanto si stanno sviluppando dei modelli che in breve tempo diventeranno di riferimento per le stesse, permettendone lo sviluppo. Questo ed altro ha spiegato Mauro Annunziato, responsabile programmazione e sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili dell’Enea, nel corso del webinar: “Comunità energetiche e competitività: nuove opportunità per le Pmi”, organizzato da Unioncamere Piemonte il 14 maggio scorso.
“Bisogna declinare insieme tema energetico, economico e sociale, ed in questo le nuove policies e i nuovi modelli di business, giuridici e territoriali che si stanno delineando, sono modelli di riferimento per le comunità”, afferma Annunziato.
Inoltre, mette in rilievo il fatto che la vera sfida sarà quella di passare dalla piccola alla grande scala e a quel punto, bisognerà trovare il modo di organizzarsi per farlo, per arrivare a dimensioni più grandi e quindi, definire un campo più ampio come la comunità energetica, dentro cui possono svilupparsi reti di Cer (Comunità energetiche rinnovabili), che possono collegarsi strettamente e aiutarsi a vicenda.
La strategia di Enea: Recon, Dhomus e Local Token Economy
Enea sta lavorando su reti di comunità energetiche rinnovabili e grazie alla propria mission di ricerca e innovazione tecnologica, sta mettendo a disposizione di tutti, a livello italiano, un framework digitale di supporto, ovvero un insieme di infrastrutture digitali, aperte a tutti e gratuite poiché finanziate con fondi di ricerca pubblici.
Questa infrastruttura può servire alla singola comunità che ci si può appoggiare, a dei cluster di Pmi o anche alle partnership pubblico privato, come ad esempio le comunità montane, o ancora, a tutti coloro che vogliono essere dei facilitatori sul proprio territorio.
In questo momento, Enea sta discutendo con intere regioni, per fornire agli uffici tecnici di queste e dei comuni una “potenza tecnologica”, che è sostanzialmente l’obiettivo di Enea.
Ma cosa si intende per infrastruttura di supporto?
Questa infrastruttura comprende tutta una serie di servizi di calcolo e tecnologie molto potenti, come ad esempio la blockchain, che stanno sotto e attraverso uno strato di interoperabilità permettono di comunicare con tutte le altre infrastrutture. Sono dei servizi che servono soprattutto nella fase di progettazione, monitoraggio e gestione di una comunità.
“Inoltre – dichiara Annunziato – esiste una fase nuova nel modo si intendere la comunità che guarda al futuro, pronta il prossimo anno, utile proprio ad estendere la “palestra” di cui parlavo e far diventare la comunità una entità che abbia veramente capacità economica. E’ un nuovo modo di intendere l’economia condivisa. Il digitale e la tecnologia ci aiutano in questo e così possiamo trasformare in economia la condivisione”.
Già oggi, Enea dispone di un simulatore tecnico-economico di una comunità, che si chiama Recon e serve a progettare il migliore investimento per una specifica comunità energetica. In buona sostanza, ricostruisce i profili di consumo e si arriva così a determinare l’energia condivisa più che l’autoconsumo, ed è tutto basato sulla sincronizzazione e il consumo. Recon elabora analisi di scenari e di investimento, ad esempio, sull’uso di ecobonus e superbonus e sui flussi di cassa nel corso degli anni.
“Recon – dice Annunziato – in una sola settimana di pubblicazione sul sito, ha già ottenuto 200 registrazioni di potenziali comunità energetiche che stanno iniziando a sviluppare progetti. Gli interessati sono agenzie per la casa, Ater, Acer, che vogliono riqualificare, ma anche molte cooperative ed enti pubblici, e hanno aderito quasi tutte le utilities, ritrovandovi un grosso interesse. E’ uno strumento molto efficace”.
Il secondo servizio, messo a disposizione da Enea, è una piattaforma IoT, denominata Dhomus, che offre al cittadino un supporto per la gestione energetica, dando anche dei consigli su come risparmiare, in modo che il consumatore possa capire quanto consuma e spende. Se poi, si hanno dei dispositivi smart home si può anche capire quanto si sta spendendo rispetto agli altri. Quindi, si guadagna energia, ma anche la leva economica diventa fondamentale.
Un altro servizio è la Local Token Economy, di cui abbiamo già parlato approfonditamente in un precedente articolo a cui si rimanda, che mette in luce il fatto che, all’interno della comunità ci sono non solo risorse immobilizzate da mettere a frutto, dentro e fuori casa, ma anche delle conoscenze preziose per la comunità. Si tratta di una sharing economy locale: tutto è basato su un token locale che favorisce la comunità, che può essere speso in servizi, arrivando a far risparmiare fino a 100 o 200 euro al mese. Si tratta chiaramente di un approccio di sharing community e sharing economy.
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