Il territorio lombardo saluta definitivamente l’inceneritore di Core a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano: Gruppo Cap ha spento il forno del termovalorizzatore. Al suo posto sorgerà una biopiattaforma, impianto green carbon neutral. L’annuncio è arrivato lo scorso 31 aprile, alla vigilia dell’inizio dei lavori.
Come funzionerà la biopiattaforma
La biopiattaforma promette di rappresentare un polo di economia circolare a zero emissioni di CO2. Dovrebbe essere pienamente operativa entro marzo 2023, con la messa in funzione della prima linea a ottobre 2022.
Combinerà in unico impianto un termovalorizzatore e un depuratore, in grado di trasformare i fanghi di depurazione in energia pulita e bio-fertilizzanti e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) in biometano.
Il sito, che ospiterà anche un polo di ricerca avanzato, sarà in grado di valorizzare 65.000 tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città metropolitana di Milano. I fanghi, che sono sempre stati considerati materiali di scarto, saranno usati sia per produrre energia, circa 19.500 MWh/anno per sistemi di teleriscaldamento, sia per recuperare fosforo da impiegare nei fertilizzanti agricoli.
Per quanto riguarda la gestione della Forsu, l’impianto sarà in grado di trattare un quantitativo di 30.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi, così da evitare l’esternalizzazione di questa attività.
A favorire la riuscita del progetto anche il Rab biopiattaforma, Residential advisory board, l’organismo consultivo autonomo e indipendente che si occupa di monitorare e controllare l’attività e l’impatto ambientale della biopiattaforma. Composto da associazioni del territorio e dalle amministrazioni interessate, l’organismo si è dotato di un sito per informare costantemente il territorio e i suoi cittadini sull’impatto ambientale dell’impianto.
L’evoluzione del progetto di simbiosi industriale
Due anni fa, in un’intervista al nostro quotidiano, il Gruppo Cap ci raccontò dell’iniziativa che stava sperimentando con buoni risultati a Sesto San Giovanni, relativamente ad un processo di simbiosi industriale tra un impianto di depurazione dello stesso Gruppo Cap e il termovalorizzatore di proprietà di Core Spa, società pubblica che si occupa di recupero energetico.
L’iniziativa, come spiegò all’epoca Matteo Colle, responsabile relazione esterne del Gruppo, puntava a riqualificare l’inceneritore di proprietà di cinque comuni dell’hinterland milanese, oltre a Sesto San Giovanni, Cologno, Cormano, Pioltello e Segrate. L’amministrazione di Sesto si era però impegnata a chiudere definitivamente e a trovare una nuova soluzione per l’impianto. Questa struttura era confinante con un impianto di depurazione dei reflui di Cap. Da qui, l’idea di valorizzare entrambi gli impianti dando nuova vita ai fanghi di depurazione grazie alla biopiattaforma.
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