Biometano: in Italia è tempo di record

biometano muccheLo sviluppo della produzione a biometano sta confermando le attese in termini di vantaggi ambientali su più fronti: lotta all’inquinamento atmosferico, produzione di energia da fonti rinnovabili, chiusura del cerchio degli scarti agricoli e decarbonizzazione del settore dei trasporti.

L’Italia ha in ambito agricolo 2.000 impianti, aggiudicandosi così il secondo posto come produttore di biogas in Europa. Le stime del Cib (Consorzio Italiano Biogas) ci dicono che, tra 10 anni si arriverà almeno a 8 miliardi di metri cubi all’anno di biometano che deriveranno dall’agricoltura. Tra l’altro in Italia, il trend della materia prima per produrre biometano è in crescita: secondo l’ultimo rapporto del Cic (Consorzio italiano compostatori) i 56 impianti di compostaggio e digestione anaerobica per la produzione di compost e biogas hanno trattato circa 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti organici differenziati.

Il settore agroalimentare italiano è oggettivamente molto inquinante e necessita di ridurre il suo impatto. Se ci chiediamo quale sia l’utilità della filiera del biometano, la risposta è immediata: in primo luogo, gli scarti dell’agroalimentare se non vengono destinati alla produzione di biometano, devono essere smaltiti, in secondo luogo, grazie a questo trattamento dei materiali si ottengono il biogas e il compost digestato. Il biometano si ottiene dall’upgrading, ovvero dalla depurazione del biogas, con caratteristiche quasi del tutto simili a quelle del metano, gas di origine fossile, ma con l’indubbio vantaggio di essere il risultato della lavorazione di materie prime rinnovabili.

In Italia, grazie all’applicazione di nuove tecnologie, come l’impianto per la produzione di biometano da scarti agro-zootecnici Bioch4nge® di AB, è oramai tempo di primati, come ad esempio quello dell’azienda agricola La Castellana di Corbetta, alle porte di Milano, in grado di superare il traguardo delle 10mila ore di attività.

Qui, si coltivano campi su una superficie di 900 ettari, si allevano suini (circa 15.000 capi) e si produceva energia elettrica da due impianti biogas da 999 kW. Uno dei due impianti biogas è stato poi riconvertito e potenziato riducendo del 30% la produzione di energia elettrica per far coesistere la produzione di biometano che ora è a 450 Sm3 /h.

“Questo impianto all’avanguardia di AB ci ha permesso di raggiungere traguardi importanti sia per quanto riguarda la produzione di biometano, con il primo metro cubo prodotto da scarti agricoli in Italia a dicembre, sia per l’affidabilità, con le 10mila ore di attività raggiunta in questi giorni – ha dichiarato Francesco Crivelli dell’azienda agricola La Castellana. Attraverso la nostra esperienza, possiamo confermare che questa tecnologia è “matura” e siamo particolarmente soddisfatti di poter contribuire, nel nostro piccolo, ad essere da esempio in questo settore, sperando che sempre più realtà seguano il nostro modello per il bene della produzione agricola e dell’ambiente”.


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