Una migliore qualità della vita delle persone grazie alla promozione di tutte le componenti dello sviluppo sostenibile: ambientale, sociale ed economica. Ruota attorno a questo perno la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della regione Lazio, presentata lo scorso 2 marzo.
Cosa prevede la Strategia regionale di sviluppo sostenibile
La Strategia rientra nel più ampio quadro dell’Agenda 2030, adottata nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni unite, e della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. “Vogliamo guidare la transizione ecologica dell’Italia, abbiamo un comparto produttivo di imprese, aziende e cultura che può permetterci di farlo, ora uniamoci per realizzarlo. Questa è la sfida che parte da oggi”, ha affermato in sede d’evento il presidente della Regione Nicola Zingaretti.
Tratta gli aspetti dello sviluppo sostenibile attraverso sette focus group, coerenti con i 17 goals dell’Agenda 2030, pari ad altrettanti argomenti ritenuti prioritari per il Lazio.
- Focus sull’adattamento ai cambiamenti climatici (dimensione ambientale);
- Focus sulla mobilità sostenibile (dimensione ambientale);
- Focus sull’economia del mare (dimensione ambientale);
- Focus sulla povertà (dimensione sociale);
- Focus sull’accesso allo studio (dimensione sociale);
- Focus sull’economia circolare (dimensione economica);
- Focus sull’economia del mare (dimensione economica).
Il documento ha rilevato che la regione Lazio è allineata al Paese rispetto ai goal dell’Agenda 2030. Questo a valle dell’analisi condotta nel periodo compreso tra il 2010 e il 2019 con gli indicatori compositi dell’Alleanza nazionale per lo sviluppo sostenibile.
In particolare, emergono gli andamenti positivi nel Consumo e produzione responsabili (Goal 12), nella parità di genere (Goal 5), rispetto alle Imprese, innovazione, infrastrutture (Goal 9), nella Salute e benessere (Goal 3) e nell’Energia pulita (Goal 7). Un territorio che deve impegnarsi invece in maniera più efficace nell’Istruzione (Goal 4), nell’Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), nel Lavoro (Goal 8), nella Vita sulla terra (Goal 15), in tema di Pace e giustizia (Goal 16), per Sconfiggere la povertà (Goal 1) e Ridurre le diseguaglianze (Goal 10).
Soggetti coinvolti
La strategia regionale riesce, così, a sistema le pratiche più disparate e a stimolare la condivisione di parametri di misurazione per capire l’efficacia (o meno) delle strategie messe in campo oltre che per avere dati e risultati da analizzare. È frutto di un accordo di collaborazione firmato a fine 2018 con il ministero dell’Ambiente (oggi ministero della Transizione ecologica), coordinato dall’assessorato regionale allo Sviluppo Economico e seguito per la parte tecnica dall’ufficio di scopo Piccoli comuni e contratti di fiume. A questi si è aggiunto il contributo dell’Asvis e del Cmcc. Un lavoro davvero straordinario, contando che ha coinvolto oltre 500 stakeholder e sono stati coinvolti 76 enti locali, 149 imprese, 93 Istituti scolastici e 1.686 studenti.
Il presidente ha parlato della paura vissuta oggi dai cittadini “perché la pandemia ha messo un’ipoteca seria sulla sostenibilità economica e sociale per miliardi di esseri umani, che saranno più poveri, in un mondo in cui le disuguaglianze sociali aumenteranno, e milioni di imprenditori e piccoli commercianti all’improvviso hanno visto tante certezze crollare”.
Ora spetta alla giunta regionale approvare o meno la strategia elaborata e attuarla, grazie anche alle nuove risorse europee messe in campo per il periodo 2021-2027.
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