Gli scienziati del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, (CAMS), servizio implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteo a Medio Termine (ECMWF la sigla in inglese) per la Commissione europea, riferisce che la porzione di continente asiatico intorno all’oceano Indiano sta registrando una bassa qualità dell’aria sin da ottobre scorso, specialmente a causa degli elevati livelli di PM2.5. Le città interessate sono: Nuova Delhi in India, Lahore in Pakistan, Dhaka in Bangladesh e Kathmandu in Nepal.
La situazione è particolarmente critica nel nord dell’India e a Nuova Delhi, dove la qualità dell’aria è stazionata nella categoria “povera” da inizio gennaio.
Questo porta circa 400 milioni di persone a vivere in situazione di disagio.
Mark Parrington, scienziato responsabile del CAMS, afferma in una nota: “La bassa qualità dell’aria è comune a tutto il nord dell’India in inverno, specialmente nella pianura indo-gangetica, in parte a causa delle emissioni di attività antropiche, come il traffico, le cucine, la combustione delle stoppie del raccolto che sono in grado di accumularsi sulla regione a causa della topografia e delle condizioni di freddo stagnante. Abbiamo monitorato questa condizione particolarmente prolungata e diffusa, che ha potenziali effetti sulla salute di centinaia di milioni di persone. Questa foschia invernale potrebbe potenzialmente continuare fino alla primavera, quando l’aumento della temperatura e i cambiamenti del tempo contribuiranno a dissipare l’inquinamento”.
L’analisi di Copernicus sulla foschia diffusa e la bassa qualità dell’aria
La foschia diffusa è stata chiaramente osservata nelle immagini satellitari e le previsioni globali CAMS della profondità ottica dell’aerosol (AOD) mostrano che i principali contributi alla foschia provengono dal solfato e dalla materia organica.
Le analisi mostrano che la concentrazione è rimasta elevata per un periodo prolungato, con un picco il 16 gennaio e il 1° febbraio. Questi dati confermano che l’esposizione cronica a gas nocivi e piccole particelle come il PM2,5 può avere effetti negativi sulla salute, riducendo l’aspettativa media di vita di oltre otto mesi e di due anni nelle città e nelle regioni più inquinate. Da studi recenti è anche comprovato lo stretto legame tra inquinamento e diffusione di pandemie come il Covid-19.
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