Edilizia e costruzioni, imballaggi in plastica, mobilità, tessile e moda, agricoltura e produzione di cibo. Sono questi i settori dove investire per accelerare la ripresa di un’economia circolare dopo la pandemia di Covid-19 individuati dalla fondazione Ellen MacArthur nel rapporto “The circular economy: a transformative Covid-19 recovery strategy“.
La società alla prova della pandemia di Covid-19
In questo documento la Fondazione, da sempre punto di riferimento sui temi legati all’economia circolare, ha evidenziato quanto la crisi sanitaria globale abbia avuto un impatto sulla nostra vita, dallo smart working alla socialità, ma abbia anche rivelato una grande capacità di adattamento delle persone. Ancor di più, ha messo in risalto i limiti del sistema economico lineare che causa, tra le varie forme di inquinamento, degrado ambientale, cambiamenti climatici, perdita di biodiversità.
Economia circolare e Covid-19: su quali settori puntare per la ripresa
In un mondo interconnesso, prosegue la Fondazione, diventa inevitabile rivedere l’impatto ambientale dei flussi globali di persone, merci e informazioni. I settori maggiormente pronti ad accogliere il cambiamento dettato dai principi dell’economia circolare saranno, appunto, quelli di:
- edilizia e costruzioni,
- imballaggi in plastica,
- mobilità,
- tessile e moda,
- agricoltura e produzione di cibo.
Design ecocompatibile, digitalizzazione e decarbonizzazione saranno le “tendenze” che in maniera trasversale li attraverseranno tutti.
La scelta di questi settori non è casuale. Supponendo una sempre maggiore frequenza di eventi pandemici, sono ritenuti capaci di generare soluzioni e di stimolare la ripresa economica seguendo le priorità governative, come il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Inoltre, offrono un terreno fertile per la crescita dell’economia circolare e sono ritenuti capaci di schiarire dubbi e incertezze legati a shock futuri, legati ad esempio ai cambiamenti climatici.
Investire nella circular economy, rimarca il record, prevede sia di ottimizzare l’uso di risorse, materiali e nutrienti, sia di garantire il loro valore una volta divenute materie prime seconde. Questa combinazione promette di ridurre la volatilità dei prezzi e, al contempo, l’andamento sincopato dell’offerta. Allo stesso tempo, assicura di garantire prodotti e servizi che rispettano maggiormente l’ambiente e la salute umana e sono più convenienti.
Il momento storico è sicuramente favorevole, grazie anche ai fondi messi in campo dall’Unione europea con il Next generation EU, per abbandonare il vecchio modello economico lineare e l’uso eccessivo delle risorse primarie disponibili sul pianeta.
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