mobilità sostenibile
Foto di Kristof Topolewski da Pixabay

L’alleanza tra soggetti pubblici e privati, coordinata da una direzione sistemica, è ciò di cui hanno bisogno i frammentati ecosistemi di trasporto delle megalopoli per riuscire a vincere la sfida della mobilità urbana.

Lo studio di Boston consulting group (Bcg) “Solving the mobility challenge in megacities” spiega che l’aumento dell’offerta nelle città – mobilità on demand, car sharing e micromobilità – da un lato, giocano un ruolo importante perché offrono alternative sostenibili per gli spostamenti. Dall’altro, però, rappresentano solo una molteplicità di offerte concorrenti se non sono gestite a livello municipale. In assenza di una chiara direzione sistemica la new mobility potrebbe addirittura peggiorare le performance degli ecosistemi di mobilità urbana, ad esempio cannibalizzando il trasporto pubblico”, avverte in una nota stampa Fabio Cancarè, associate director di Bcg.

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Il trasporto deve consentire di essere multitasking

Per migliorare concretamente le prestazioni dei sistemi di trasporto, in vista anche dell’aumento del numero di abitanti nelle città, Bcg suggerisce di mettere al primo posto le aspettative e gli interessi dei consumatori. Produttività, indipendenza e sostenibilità sono esigenze prioritarie per gli oltre 2.000 intervistati da Bcg tra Pechino, Boston, Londra e Mosca. Questi prediligono soluzioni che siano coerenti con i propri valori, che gli consentano di essere multitasking e indipendenti da orari rigidi. In modo da rendere produttivo il tempo necessario allo spostamento. 

Negli ultimi 12 mesi, complice anche l’emergenza sanitaria globale, il 37% degli intervistati si è detto propenso a possedere un’auto unicamente per maggiore praticità, mai come espressione di uno status symbol.  

La soluzione alla sfida della mobilità urbana 

“In Italia, nel 2019, la new mobility ha contribuito al 2% degli spostamenti nelle aree urbane, percentuale che crescerà al 10% nel 2030 e al 18% nel 2035″, prosegue Cancarè in nota. Per essere vincenti, gli operatori dei servizi di mobilità dovranno dotarsi di un sistema integrato di gestione, che riunisce i dati delle modalità di viaggio pubbliche e private oltre che delle infrastrutture di trasporto della città. A questa, dovranno abbinarvi un’interfaccia digitale per il cliente, ossia una piattaforma che combina tutte le opzioni di trasporto disponibili in città.

Soprattutto all’inizio, non sarà semplice per aziende private, operatori della mobilità e consumatori usare un’unica interfaccia digitale. Ma investire in competenze tecnologiche, creare una governance efficace e sviluppare partnership pubblico-privato di successo sono gli step che le amministrazioni locali devono compiere per rivoluzionare la mobilità urbana”, conclude Cancarè.

A Roma stop di 15 giorni per alcuni operatori di monopattini in sharing

Una conferma a questo approccio si riscontra nella scelta del dipartimento Mobilità e trasporti di Roma capitale di sospendere per 15 giorni il servizio di alcuni operatori di monopattini in sharing. Questo, si legge in una nota stampa, a causa del mancato rispetto delle regole condivise con gli operatori ancor prima dell’avvio dei servizi.

“Con queste misure si deve garantire il rispetto dei servizi e degli utenti, come quelle adottate sul divieto di parcheggio nelle piazze più importanti, e a ridosso dei monumenti di Roma”, dichiara in nota l’assessore alla Città in movimento, Pietro Calabrese. “Come Capitale abbiamo la flotta più grande in Italia, ci aspettiamo quindi il massimo impegno da parte di tutti gli attori coinvolti.


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