Quanto consuma il nostro vicino di casa? La classe energetica della mia casa è in linea con quelle del mio stesso quartiere?
Domande a cui, per molti di noi, è impossibile rispondere. Difficile da credere in un tempo in cui molte informazioni personali, la maggior parte delle quali non rilevanti economicamente, viaggiano in tempo reale da un pc ad uno smartphone, trovando nei social network un megafono imponente. Strano quindi che notizie impattanti sui nostri portafogli, come i consumi energetici, rimangano chiuse nei catalogatori delle bollette.
C’è, però, chi ha deciso di farle uscire. Parliamo di Energycity, una piattaforma online che permette il monitoraggio e la visualizzazione dei propri consumi istantanei, grazie a sensori che, applicati ai contatori, li rilevano e li trasmettono via GPRS, quindi geolocalizzati, rendendo l’informazione disponibile su un pc. Il risultato è una serie di grafici, dati, rappresentazioni 3D che si basano sulla piattaforma Google Earth.
Energycity, progetto di Mimesis, spin-off accademico dal gruppo di ricerca di fisica tecnica del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Civile di Modena, strizza l’occhio soprattutto, almeno in questa prima fase, alle amministrazioni pubbliche. “A Novellara e Casalgrande, comuni dove abbiamo già svolto il sistema di monitoraggio, stiamo partendo con diversi servizi. Ci hanno chiesto, infatti, un aiuto nella pianificazione in campi come l’illuminazione pubblica, per esempio, o l’efficienza energetica”, spiega Paolo Levoni, responsabile del progetto.
“Quello che vogliamo arrivare a creare è una community di persone. La nostra idea è quella di fare in modo che le persone che ci chiedono il servizio di monitoraggio o di visualizzazione rendano disponibili i dati. Se tutti mostrano le proprie informazioni, gli altri utenti possono vedere cosa gli sta succedendo intorno grazie al fatto che i dati sono destinati ad essere visualizzati, in maniera georeferenziata, su Google Earth”, aggiunge Levoni che è Ingegnere meccanico e Dottore di Ricerca in ingegneria dei materiali. Un confronto che potrebbe portare a soluzioni condivise. “Se gli abitanti di una certa area scoprono di avere in comune il problema dell’efficienza della rete di distribuzione del gas, per esempio, potrebbero essere sensibili allo sviluppo di un impianto di teleriscaldamento”.
Per ora i numeri sono bassi, ma il potenziale alto. “Noi abbiamo l’interesse ad espandere la community, per questo lasciamo aperta la possibilità di aderire volontariamente alla piattaforma, senza il bisogno che l’utente esegua il monitoraggio dei consumi attraverso i nostri strumenti”, dice Levoni, che scarta l’ipotesi che gli utenti possano avere delle remore legate a problemi di privacy (come accade in molte zone del mondo per l’installazione degli Smart Meter). “Chiaramente ci siamo posti il quesito, ma quello che pensiamo succederà è che le persone decideranno di monitorare i propri consumi e, in base all’esito, dipenderà se lo comunicheranno. Se sono poco virtuosi non hanno interesse nel farlo vedere, mentre lo avranno se rappresentano casi di eccellenza”. Un meccanismo che “potrebbe innescare una sorta di circolo sociale virtuoso”, aggiunge Paolo Ferri, socio del progetto.
Sta nascendo il ‘Facebook’ dell’energia? “Non è del tutto sbagliata come definizione, anche se noi vogliamo partire dalla community perchè finchè non abbiamo i numeri, questo deve essere l’approccio”, chiarisce Levoni. La vera differenza coi social network classici è poi la georeferenzazione, dato che si parla di informazioni ‘reali’. “Quando avremmo un numero consistente di utenti quello che vogliamo fare è legare la piattaforma ai social network in modo che le persone si possano contattare tra loro. Per esempio, un cittadino poco virtuoso può chiedere consigli a uno più virtuoso”, anticipa Levoni.
Insomma, domani se qualcuno ci chiederà qual è la classe energetica del nostro vicino, potrebbe non essere più così difficile rispondere.
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