Uber lancia la sfida: 50 mila posti di lavoro in tutta Europa

UberObiettivo da raggiungere entro fine anno. Uber promette anche di abbattere di 400 mila unità il numero di automobili circolanti

Uber, la piattaforma social che mette in contatto diretto guidatori e passeggeri, continua a far parlare di sé, nel bene e nel male. Col caro-auto galoppante, causa Rca salatissime e prezzo del carburante che non accenna a diminuire quanto dovrebbe, il rapporto fra consumatori e veicolo di proprietà è diventato meno stretto. Le vetture in circolazione si attestano in diminuzione, aumentano i servizi alternativi e, di pari passo, la consapevolezza dei cittadini. I prezzi delle polizze vengono combattuti usufruendo del libero mercato e della possibilità di porre le assicurazioni auto del mercato a confronto; possedere un mezzo proprio ha cessato di essere un’esigenza irrinunciabile, tra car sharing e servizi come quelli proposti da piattaforme quali BlaBlaCar o dalla stessa società di San Francisco.

Uber promette 50 mila posti di lavoro

Uber ha già compiuto una rivoluzione nel settore. I tassisti non tollerano più una concorrente ritenuta scorretta e le proteste insorgono in tutte le città in cui il progetto è stato promosso, ultima, in ordine cronologico, Torino lo scorso 21 gennaio. Ma l’azienda californiana non ha nessuna intenzione di fermarsi, anzi, rilancia. E lo fa per bocca del suo Ceo Travis Kalanick: “Per il 2015 – ha dichiarato – Uber ha grandi obiettivi per i driver e le città d’Europa. Ma non possiamo arrivarci da soli”. E gli obiettivi sono stati anche quantificati in 50 mila posti di lavoro da creare entro la fine dell’anno in tutta Europa.

Obiettivo n°2: ridurre il numero di auto circolanti

Uber ha aggredito il mercato grazie a UberPop, il servizio che permette di mettere in contatto autisti e passeggeri. A novembre è stato lanciato anche UberPool, che consente ai passeggeri a bordo di dividere le spese della corsa. Ma ancora non è tutto. Sempre il Ceo della società a stelle e strisce ha promesso la riduzione di 400 mila unità delle vetture circolanti per le strade di tutto il Vecchio Continente.

Dilemmi etici, economici e legali

I servizi di Uber hanno giovato in diversi modi alle città in cui sono stati proposti. È lo stesso Kalanick a ricordare che a Seattle il numero di arresti per guida in stato di ebbrezza è diminuito del 10%, che i ceti meno abbienti utilizzano un servizio che altrimenti non potrebbero permettersi, che la società sta lavorando duro per aumentare gli standard di sicurezza e di concorrenza.

I tassisti però alzano una voce di dissenso profondo contro Uber, accusano un crollo dei profitti preoccupante, che mina alle fondamenta la stabilità delle proprie finanze. In Spagna Uber è stato dichiarato illegale, in Corea del Sud, Kalanick dovrà difendersi dall’accusa di servizio illegale del servizio taxi. In Italia tutto tace e sembra proprio che i tassisti di casa nostra dovranno imparare a convivere con il proprio nemico giurato. Per il momento.


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