Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici nel campo dell’energia marina? A scrivere alcune riflessioni il direttore di Jba, azienda britannica attiva nello studio e nelle previsioni di eventi meteorologici estremi, Mark Lawless.
Tre anni fa la società di North Yorkshire da lui guidata è stata ingaggiata da Copernicus climate change service (C3s), il servizio dell’Unione europea dedicato allo studio del clima. Jba ha messo a disposizione il proprio software di simulazione Forecast marine per sfruttarne le proiezioni sui cambiamenti climatici. Grazie a questa collaborazione è stato possibile approfondire le influenze delle variazioni climatiche sulle prestazioni dei parchi eolici e la gestione dell’energia in mare e nei porti.
L’aumento di eventi estremi e le infrastrutture marine
Le tempeste hanno degli effetti drammatici su persone, territori e attività. Per quanto riguarda l’eolico offshore in particolare, evidenzia Lawless, l’aumento del vento porterà a una crescita della produzione di energia al prezzo di una più difficile e rischiosa manutenzione degli impianti.
L’aumento costante del livello delle acque impatta maggiormente sui porti, prosegue Lawless, destinati a rivedere le proprie attività. Il dragaggio dei fondali, ossia la loro pulizia, potrà essere ridotto, permettendo anche l’ingresso di navigli più imponenti grazie alla maggiore profondità. Come nel caso dell’eolico offshore, l’aumento del moto ondoso e del vento può comportare problemi per le manovre di carico e scarico all’interno del porto.
Cambiamenti climatici ed energia marina: i risultati
Tutte le proiezioni, ancor di più quelle basate su eventi meteorologici, hanno un margine di errore. Quello che appare più probabile nel nostro caso è una compensazione tra criticità e vantaggi. Le prime saranno determinate dall’incremento di produzione di energia eolica che sarà però insufficiente a compensare la perdita di rendimento dovuta alle maggiori difficoltà di manutenzione. Mentre i porti avranno un miglioramento dei flussi dovuto all’aumentata profondità, che supererà le difficoltà connesse con l’incremento del moto ondoso.
L’indagine è riferita solo ai porti europei a oggi e si basa su alcuni modelli climatici. Per questo, evidenzia Lawless, altri modelli potrebbero fornire risultati diversi. In futuro e a livello globale sarà necessario implementare strumenti differenti e rilevazioni in diverse aree geografiche.
Gli approfondimenti
Questa, conclude Lawless, è solo la prima di una serie di considerazioni che tra settembre e ottobre 2020 saranno condivise per cercare di capire l’impatto dei cambiamenti climatici sull’industria legata all’energia marina. Si parlerà ancora più nello specifico di eolico offshore e porti e sulle opportunità di elaborazione dei dati di Copernicus climate change service and data store.
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