Le città italiane puntano sulla mobilità leggera e condivisa. A dirlo sono i dati elaborati dall’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility nell’ambito del 4° Rapporto nazionale della sSharing mobility.
Mobilità leggera e sharing, qualche numero
Nello specifico ci sono 86 servizi di micromobilità presenti in uno su tre dei 110 capoluoghi di provincia italiani. Si tratta di 65.000 i veicoli leggeri in condivisione presenti in questi territori che mettono a disposizione dei cittadini biciclette, scooter e monopattini. A primeggiare è Milano con ben 14 servizi di micromobilità in sharing. A seguire troviamo Roma con 11 e Torino con 7.
Bikesharing, il servizio più diffuso
In ambito micromobilità condivisa, il servizio più diffuso è il bikesharing station-based. Che è presente in 26 città. A seguire ci sono i monopattini in sharing con 38 servizi in 17 città. E il bikesharing free-floating (13 servizi in 12 città). In ultima posizione troviamo lo scootersharing che è presente solamente in 4 città.
Integrazione di micromobilità con il trasporto pubblico
“Questa micromobilità che si sta affermando nelle città di tutto il mondo – sottolinea in nota Raimondo Orsini dell’Osservatorio sharing mobility – è in netta controtendenza rispetto al mercato dell’auto che propone veicoli sempre più grandi, potenti e ingombranti nel parcheggio. L’ aspetto più interessante è la possibilità di integrazione di scooter elettrici, bici condivise e monopattini con il trasporto pubblico e la ciclopedonalità. Con un conseguente minor ricorso all’auto di proprietà per gli spostamenti urbani che può ridurre l’ inquinamento dal trasporti del 20-30%”.
Scootersharing nel 2019 +126%
Passando ai singoli segmenti della mobilità condivisa il report mostra come lo scootersharing registri “una crescita straordinaria”. I veicoli in condivisione sono passati da 150 nel 2015 a oltre 5.000 nel 2019. Il tutto con un aumento del +126% rispetto al 2018. Di questi veicoli, oltre il 95% è elettrico. Nel 2019 sono attivi 10 servizi gestiti da 5 operatori, 4 dei quali hanno flotte totalmente elettriche. I noleggi dei motorini in condivisione raggiungono invece quota 3 milioni. Triplicando il valore registrato nell’anno precedente. Anche le iscrizioni aumentano del 174% rispetto al 2018.
Monopattini, numeri in crescita
I monopattini in sharing invece, sbarcati in Italia a fine 2019, si stanno affermando nelle ultime settimane. Tra dicembre 2019 e settembre 2020 i monopattini in condivisione sono passati da 4.900 a 27.150. Un valore destinato a crescere nei prossimi tempi. I servizi attivi sono passati da 12 a 38 in questo stesso lasso temporale. “Il monopattino-sharing, al pari con il bikesharing è il servizio di micromobilità più in crescita nel periodo post lockdown”, secondo il report.
Bikesharing, un 2019 positivo
Stesso trend positivo anche per il bikesharing nel 2019. “È il servizio più diffuso in Italia e la flotta a disposizione è di quasi 35.000 bici. Di cui il 15% elettriche. Rispetto al 2018, le iscrizioni sono cresciute del 60%”.
“Pianificare la micromobilità condivisa”
“Le città devono integrare la micromobilità condivisa all’interno della propria pianificazione strategica sui trasporti e gestirne l’operatività” afferma in nota Pedro de Gouveia di Polis. “A questo scopo – prosegue– gli strumenti che proponiamo alle città di adottare per la regolazione dei monopattini, sono: limiti al numero di operatori, limiti alle flotte. Ridistribuzione e bilanciamento delle flotte in zone meno servite, estensione geografica del servizio, linee guida sul parcheggio e aree dedicate. Servizio di rimozione dei veicoli d’intralcio, limiti di velocità, assicurazioni, manutenzione dei veicoli. Corse incentivate da e verso zone strategiche (zone a bassa offerta di Tpl, etc.), tariffe obiettivo per gli operatori, obblighi sulle dismissioni.”
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