Produrre bioplastica partendo da processi che sfruttano biomasse e fermentazioni microbiche grazie al crowdfunding. Per riuscirci la professoressa del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze all’università di Milano-Bicocca, Paola Branduardi, e il suo team di Galatea biotech, spin off dell’ateneo milanese, hanno lanciato una campagna di raccolta fondi su Produzioni dal basso.
Il crowdfunding per finanziare la bioplastica da biomasse
La squadra di “100% Bioplastica” vuole sfruttare un materiale a base di acido polilattico (Pla) con “caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile”, spiega la Branduardi, ma che “può derivare da fonti rinnovabili come biomasse”. Il materiale, promette, “è totalmente biodegradabile, compostabile in compostatori industriali e a fine vita non rilascia residui inquinanti”.
Il mondo delle bioplastiche è molto variegato. Spesso si usano additivi per la maggior parte di derivazione petrolchimica per “raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione”. Una scelta che ne compromette la sostenibilità, “seppur siano in percentuali basse che vanno dall’1 al 5 per cento”.
D’altro canto, evidenzia la Branduardi, è impossibile pensare di sostituire dall’oggi al domani la plastica, un materiale che è il frutto di anni di investimenti e ricerca. Bisogna, però, iniziare questo processo di transizione. Lo chiede l’ambiente. “Ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9 per cento viene riciclato e di questo 9 per cento un terzo viene comunque smaltito in discariche”, aggiunge la Branduardi. Questo materiale è ormai molto diffuso in tanti settori commerciali: packaging, tessile, costruzioni, medicina, cosmetica, automotive, settore hi-tech.
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Nella prima fase di ricerca si creerà un composto unendo biomateriali biodegradabili, come gli scarti della produzione agro-industriale o loro derivati, e il Pla. Successivamente, saranno testate le proprietà fisiche e meccaniche. Contribuirà anche Corepla, il consorzio nazionale che opera nell’ambito della raccolta, del riciclo e del recupero degli imballaggi in plastica.
La campagna di crowdfunding è uno dei tanti modi per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti dell’ateneo di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali. “Se supereremo il target iniziale – continua Branduardi – realizzeremo con il nuovo materiale alcuni prototipi di oggetti caratterizzati da un design che ne aumenti il valore, e quindi la durata del ciclo di vita”. Chi darà il proprio contributo riceverà penne, tazze, borracce e lunch box e piante. Tutto realizzato facendo attenzione alla sostenibilità dell’intero ciclo di vita del prodotto.
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