ozono BolzanoD’estate i livelli di ozono aumentano pericolosamente. Il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente si occupa di monitorarne la presenza e di avvertire la cittadinanza in caso registri livelli troppo alti.

Cos’è l’ozono e perché fa male

L’ozono è un gas presente in natura nell’atmosfera. Negli strati più alti protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati più bassi la sua produzione dipende da reazioni fotochimiche complesse e si concentra tra inizio giugno a fine settembre.

L’ozono non è un inquinante prodotto direttamente dall’attività umana, ossia primario. Però gli ossidi di azoto e i composti organici volatili, che sono il frutto dell’attività antropica, quando sono catalizzati da un forte irraggiamento solare e da elevate temperature ne accentuano la presenza in atmosfera. Altre le variabili meteorologiche accentuano il fenomeno, sopratutto l’intensità della luce solare, la temperatura e il vento.

Elevati livelli di ozono danneggiano anche le piante: ne influenzano la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide e provoca danni alla vegetazione e ai raccolti. Pure gli animali possono risentirne. Senza contare che danneggia i materiali, soprattutto i più delicati patrimoni storico-artistici, e riduce la visibilità.

Il monitoraggio dell’ozono nel 2019

In estrema sintesi, nel 2019 la rete di monitoraggio del Snpa costituita da 350 stazioni sul territorio nazionale ha rilevato il superamento della soglia in 297 stazioni su 324. Il superamento si è verificato per più di 25 giorni in 182 stazioni, oltre la metà. Tutta l’Italia dunque è stata interessata dal fenomeno, anche se ci sono state are a maggior criticità come la pianura Padana.

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Monitoraggio dell’ozono nel 2019. Fonte Snpa

Il monitoraggio dell’ozono nel 2020, le stime

Tra giugno e luglio 2020 la cosiddetta soglia di allarme di 240 microgrammi/metro cubo è stata superata solo in Lombardia. A giugno si sono contati 14 superamenti della soglia d’informazione di 180 microgrammi/metro cubo in Lombardia (6 stazioni), Campania (4 stazioni), Piemonte (3 stazioni), Emilia-Romagna (1 stazioni). Lo scorso invece, con l’innalzamento delle temperature, livelli troppo elevati per 72 stazioni in: Lombardia (31 stazioni su 46), Veneto (13 su 24), Emilia-Romagna (11 su 34), Campania (su 35), Trento (4 su 6). Negli altri casi i superamenti sono stati ancora più sporadici.

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Monitoraggio dell’ozono nel 2020. Fonte Snpa

In genere, l’Snpa ipotizza che la stagione più mite nella prima parte dell’estate influenzerà positivamente sui livelli di ozono del 2020 rispetto a quelli registrati nel 2019.

L’ozono in Alto Adige: il lavoro di Appa Bolzano

L’Alto Adige è una tra le zone più interessate dal fenomeno e anche quest’estate le concentrazioni di ozono sono state molto elevate. L’Appa Bolzano ha registrato i valori più alti nella conca di Bolzano, fino a Merano, in Bassa Atesina, sugli altipiani Renon e Alpe di Siusi e sui pendii circostanti.

Danni all’apparato respiratorio

È l’Appa Bolzano che avverte la cittadinanza quando si superano le soglie d’informazione e d’allarme. In quest’ultimo caso anche una breve esposizione può essere nociva. Il gas è fortemente ossidante e può danneggiare l’apparato respiratorio. Ci si può proteggere evitando attività all’aperto, soprattutto nelle ore serali per quelle che richiedono uno sforzo fisico maggiore. L’allarme è rivolto soprattutto alle fasce più deboli: bambini, anziani, donne in gravidanza e chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto.

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Grafico relativo ai superamenti della soglia di informazione sul territorio altoatesino negli ultimi anni e fino ad agosto di quest’anno. Fonte: Appa Bolzano

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