“Ci auguriamo che il ministero voglia prendere in considerazione un rapido aggiornamento del Decreto appena pubblicato”. È appena stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma per Unirigom, l’Unione nazionale delle imprese che effettuano la frantumazione e il trattamento dei Pfu e che aderisce a Fise Unicircular, il decreto End of waste che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso (Pfu) va aggiornato.
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End of waste Pfu: difficoltà applicative e oneri
È sicuramente “un nuovo positivo passo per l’industriale del riciclo”, commenta in una nota, ma la sua implementazione “comporterà inevitabilmente difficoltà applicative e oneri a carico delle imprese del settore”. Sin dalle prime fasi di implementazione bisognerà individuare “opportune misure e soluzioni”, soprattutto alla luce delle “imprecisioni” e di “alcune limitazioni alla possibilità di generare nuovi prodotti dagli pneumatici dismessi” contenuti nel decreto.
Nuove modalità operative
Dopo quattro anni di gestazione e numerose segnalazioni presentate da Unirigom in sede di confronto con il ministero dell’Ambiente, alcuni nodi sono rimasti irrisolti. e rappresentano la principale criticità evidenziata da Unirigom è “legata alla necessaria riorganizzazione delle modalità operative degli impianti e all’incremento dei costi che questi dovranno sostenere per rispettare quanto previsto dal nuovo decreto”.
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Costi maggiori per gli operatori con End of waste Pfu
È citata, in particolare, la gestione dei lotti che “obbligherà gli impianti alla riorganizzazione delle aree di stoccaggio della cosiddetta gomma vulcanizzata granulare (Gvg) che cessa di essere rifiuto”. Il campione di gomma che dovrà essere sottoposto alle verifiche di conformità al decreto non dovrà superare le 1.000 tonnellate: l’operazione “potrà implicare anche la riduzione dei quantitativi gestibili” e, di rimando, “maggiori costi complessivi”. Inoltre, il prelievo di campioni avverà solo su granuli di diametro compreso tra 0,8 e 2.5 mm. Per gli altri prodotti, tra cui polverini 0-0,8 mm e granulati 1-4 mm, “sarebbe stato opportuno fare riferimento alla norma Uni cen 14243 (in cui è riportata la definizione di granulo e degli altri prodotti di Gvg), anziché a quella Uni 10802, relativa al campionamento dei rifiuti in generale”, precisa Unirigom.
Ad incidere sui costi di gestione anche l’obbligo per ciascun impianto “di dotarsi di un sistema di lavaggio dei rifiuti, idoneo a rimuovere le impurità dalla superficie degli pneumatici”. Richiesta che potrebbe dare adito a diverse interpretazioni “con conseguenti impatti difformi sul territorio”.
Cui si aggiunge l’inserimento tra le tipologie di Pfu escluse per la produzione di End of waste “quelle derivanti da stock storici e abbandonati o sotterrati”. Elemento che risulta incomprensibile.
Riduttivo elenco utilizzi
Un ultimo aspetto citato da Unirigom riguarda il riduttivo elenco dei possibili utilizzi della gomma rispetto a futuri impieghi non ancora esplorati, ma ammissibili. In particolare, poi, le indicazioni sull’utilizzo negli “strati inferiori di superfici ludico sportive”, se interpretate in senso restrittivo, potrebbero precludere numerosi attuali utilizzi di granulo e polverino, riducendo così le percentuali di recupero di materia della gomma.
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