L’Unesco, attraverso il programma UniTwin, assegna la “Cattedra Unesco” con cui portare avanti progetti di ricerca in ambiti sensibili per l’Agenzia dell’Onu. Un riconoscimento prestigioso che è stato assegnato all’università Parthenope di Napoli per le materie “Ambiente, Risorse e Sviluppo Sostenibile”. Con il prof. Pier Paolo Franzese del dipartimento di Scienze e Tecnologia, coordinatore della Cattedra, approfondiamo il percorso che ha portato a questo risultato.

Che cos’è la Cattedra Unesco?

La Cattedra non si riferisce a una posizione lavorativa ma a un programma che punta a istituire dei partenariati tra università e altri attori sociali per affrontare problematiche rientranti nella mission dell’Unesco, tra cui lo sviluppo sostenibile è uno dei più rilevanti.

Come siete arrivati a ottenere questo risultato?

La candidatura alla Cattedra può essere richiesta associandola a un programma universitario o di ricerca. Noi l’abbiamo fatto in connessione al nostro dottorato di ricerca internazionale in ambiente, risorse e sviluppo sostenibile. Quest’ultimo, di cui sono il coordinatore, è stato fondato nel 2007 con una fortissima impronta internazionale per aggregare competenze diverse presenti nel nostro dipartimento di Scienze e tecnologie. L’obiettivo era creare una piattaforma nella quale i colleghi potessero interagire virtuosamente per affrontare questi temi in maniera interdisciplinare; oggi può sembrare una cosa scontata ma nel 2007 non lo era.

oggi può sembrare una cosa scontata ma nel 2007 non lo era

Nel tempo, con grandi sforzi, ci siamo strutturati molto bene e abbiamo creato una rete di collaborazioni molto vasta in quattro diversi continenti, coinvolgendo non solo università ma anche centri di ricerca associazioni e ordini professionali. Un network che ci ha permesso di portare avanti tante ricerche, far andare all’estero i nostri ragazzi e ricevere noi studenti stranieri; è stata questa la chiave vincente. La Cattedra Unesco, ora, ci consente di consolidare ulteriormente la dimensione internazionale del dottorato.

In oltre dieci anni di lavoro quali sono stati i filoni e i risultati di ricerca principali che avete raggiunto?

Tra le cose più originali citerei: la definizione di modelli per il calcolo del valore biofisico del capitale naturale in aree protette (responsabile scientifico prof. Pier Paolo Franzese); l’analisi dei campioni di polvere cometaria riportati sulla Terra dalla sonda spaziale Stardust /Nasa (responsabile scientifico prof.ssa Alessandra Rotundi); la produzione di bioplastica dalle bucce di pomodoro in ottica di economia circolare (responsabile scientifico Barbara Nicolaus, istituto di Chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli).

Come dicevo, la Cattedra Unesco aggrega un network molto ampio di oltre venti istituzioni con colleghi specializzati in diverse discipline che ovviamente focalizzano su aspetti diversi. Il tema di fondo resta comunque lo sviluppo sostenibile. Mi sento di rimarcare che una quantificazione dell’output del nostro dottorato è stata resa trasparente sul nostro sito con una directory relativa a tutte le nostre pubblicazioni su riviste scientifiche ufficiali, arrivate quasi a 200.


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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.