L’Europa deve intervenire in modo urgente nei prossimi dieci anni per cercare di ridurre “l’allarmante tasso di perdita di biodiversità, gli effetti sempre maggiori dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali”. Se questo non avverrà non sarà possibile centrare gli obiettivi fissati per il 2030. A lanciare il monito è l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) che, nella relazione “L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 202o (SOER 2020)” pubblicata oggi, sottolinea come l’Ue si trovi di fronte a urgenti sfide ambientali che non hanno precedenti.
“L’ambiente in Europa si trova in un punto di svolta – spiega in una nota Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea – abbiamo uno stretto margine di opportunità nel prossimo decennio per potenziare le misure finalizzate a proteggere la natura, attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e ridurre drasticamente il nostro consumo di risorse naturali”.
Concretizzare le politiche green
E’ dunque fondamentale secondo il report passare all’azione e concretizzare in misure specifiche gli obiettivi di sostenibilità su cui oramai il consenso è unanime. Altro fattore chiave sarà poi l’adozione di un approccio sinergico e coordinato tra le iniziative promosse nei diversi settori. “Saranno necessarie – spiega la nota – anche ulteriori misure politiche per operare un mutamento profondo dei principali sistemi di produzione e di consumo alla base del nostro moderno stile di vita, come ad esempio l’alimentazione, l’energia e la mobilità, i cui effetti sull’ambiente sono sostanziali”.
Stop alle sovvenzioni alle attività non in linea con l’ambiente
Una questione rimarcata con forza nel report è poi quella della fine dei fondi pubblici per sovvenzionare quelle attività che danneggiano l’ambiente. “Da tali cambiamenti di priorità negli investimenti l’Europa può trarre enormi benefici, per le opportunità economiche e sociali che ne potrebbero derivare”.
Le 7 aree di intervento prioritario
Lo studio identifica 7 aree di intervento prioritario su cui è necessario agire in modo massiccio per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2050. Bisogna nello specifico: realizzare il potenziale non sfruttato delle attuali politiche ambientali; adottare la sostenibilità come quadro di riferimento per l’elaborazione delle politiche; mettersi alla guida dell’azione internazionale verso la sostenibilità; promuovere l’innovazione nella società; aumentare gli investimenti e riorientare il settore finanziario per supportare progetti e imprese sostenibili; gestire i rischi e garantire una transizione socialmente equa; creare più conoscenze e competenze.
“In arrivo nei prossimi anni una trasformazione green”
“Il rapporto sullo stato dell’ambiente – spiega in nota Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea – giunge al momento opportuno per darci un ulteriore impulso adesso che ci accingiamo a un nuovo ciclo quinquennale della Commissione europea e ci prepariamo a presentare il Green Deal europeo Nei prossimi cinque anni metteremo in atto una vera e propria agenda di trasformazione, lanciando nuove tecnologie pulite, aiutando i cittadini ad adattarsi a nuove opportunità di lavoro e ai cambiamenti nell’industria, e infine adottando sistemi di mobilità più puliti ed efficienti e optando per un’alimentazione e un’agricoltura più sostenibili. Se riusciamo in questo intento, i vantaggi per l’Europa e i suoi cittadini saranno molteplici, così come quelli per la nostra economia e il nostro pianeta. Si tratta di una sfida globale ed urgente e di un’opportunità unica per l’Europa”.
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