Il 90% degli italiani considera sbagliato sprecare l’acqua e l’85% adotta comportamenti per evitarlo. Inoltre l’80% è disponibile a contribuire alla riduzione degli sperperi con ulteriori sforzi e sacrifici.
E’ quanto emerge da una recente indagine realizzata dal Laboratorio Ref Ricerche.
Utility e ascolto dei cittadini
Dalle risposte degli intervistati emerge, inoltre, come solo un terzo dei cittadini sia convinto di un’apertura reale delle utility all’ascolto dei bisogni e dei suggerimenti che provengono dagli utenti. Si tratta di una “diffusa percezione” a cui “contribuisce anche la scarsa o errata conoscenza che gli utenti hanno dei compiti e degli ambiti d’intervento propri delle aziende del servizio idrico”. Basti pensare che non supera neanche il 30% la percentuale di coloro che sono in grado di identificare correttamente tutte le attività nelle quali l’azienda idrica di riferimento è impegnata: prelievo e distribuzione dell’acqua, raccolta e depurazione delle acque reflue, controlli sulla qualità di quella potabile distribuita e di quella depurata e reimmessa nell’ambiente, investimenti.
Percezione ingannevole dei consumi
Un’altra questione centrale emersa dall’indagine il connubio tra la debole relazione che lega utenti ad azienda idrica e gli effetti che ha sull’errata o ingannevole percezione che i cittadini hanno dei propri consumi. Il 53% degli intervistati dichiara infatti di conoscere l’ammontare della propria spesa idrica, ma solo il 30% afferma di saper quantificare il consumo annuo di acqua. Tuttavia sono frequenti errori di valutazione: generalmente si tende a sottostimare l’utilizzo medio di circa il 70%.
Le sfide del settore
In generale dallo studio emerge quindi come “ai cittadini sia richiesta una maggiore attenzione alle questioni che riguardano il benessere collettivo. Tuttavia, è compito delle aziende del settore idrico di costruire quella relazione in grado di portare a un cambiamento delle scelte di consumo dei singoli”.
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