Grappe, brandy italiano e limoncello bevande piacevoli al palato che possono essere prodotte con un occhio alle risorse idriche ed energetiche del pianeta. È quanto sta provando a fare Distilleria Deta, storica azienda di Barberino Val d’Elsa in Toscana, con il lancio il prossimo 12 settembre di nuovo dispositivo di depurazione delle acque e con una attenzione alla circolarità delle proprie materie prime.
Efficienza e innovazione green dell’impianto
Lavorare vinacce in modo efficiente restituendo acque depurate all’acquedotto questo l’obiettivo del nuovo impianto previsto dalla distilleria per la pulizia delle borlande vitivinicole, cioè allo scarto agricolo finale della lavorazione di distilleria.
La struttura del depuratore costituito da un digestore anaerobico è stata rafforzata da un “desolforatore”. La capacità dell’impianto, costato 2,6 milioni euro la cui costruzione ha richiesto due anni di lavoro, è di ben 8mila abitanti equivalenti.
La capacità totale di lavorazione riguarda 4 mila metri cubi di vasche in cemento a tenuta suddivise in: vasche di “denitro”, “ossidazione”, “inspessimento”, raccolta di prime acque di pioggia” e di decantazione.
Produzione elettrica sostenibile
Anche la produzione elettrica dell’azienda segue i dettami della circolarità del ciclo di vita con la predisposizione di una caldaia a biomasse per la produzione di energia elettrica. Questa viene alimentata con gli scarti delle bucce d’uva e da un impianto di digestione anaerobica per il trattamento dei reflui. La combustione inoltre trasforma i residui in concime organico azotato da rispargere tra i campi.
Da fonti aziendali risulta che questo impianto ha contribuito per circa 2,6 milioni di kW solo nell’ultima produzione.
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