Mettere a punto un sistema capace di controllare il processo di ossidazione, che è la fase fondamentale del ciclo di depurazione, prevedendo anticipatamente i fabbisogni delle attività dell’impianto. E’ questo il risultato che si è riusciti a ottenere nell’ambito del progetto, primo nel suo genere in Italia, riguardante il depuratore delle acque reflue urbane di Modena. Un’iniziativa avviata da Hera, in collaborazione con la PMI innovativa Energy Way, realtà modenese specializzata nello sviluppo di soluzioni e modelli matematici per l’ottimizzazione e l’efficientamento dei processi industriali.
Valutare il fabbisogno dell’impianto
Grazie a questa nuova soluzione si può avere una valutazione contante dei parametri relativi al fabbisogno dell’impianto. Dati che variano secondo la portata dell’acqua e della concentrazione di sostanze inquinanti organiche presenti nei reflui che si apprestano a essere depurati.
La collaborazione
La collaborazione tra Gruppo Hera Energy Way è partita nel 2017. L’accordo sottoscritto riguardava le attività di Big Data, modelli Machine learning e Intelligenza Artificiale applicabili ai diversi settori in cui opera la multiutility.
I vantaggi della regolazione preventiva
Ma quali sono in concreto i vantaggi di una regolazione preventiva? I risvolti positivi si traducono nella possibilità di ottimizzare i consumi di energia e di migliorare la qualità dell’acqua in uscita, abbattendo ulteriormente, rispetto ai limiti di legge, la concentrazione di sostanze inevitabilmente presenti, come l’azoto. E’ infatti possibile predire le condizioni dell’impianto in tempo reale, evitando così l’insorgenza di concentrazioni di inquinante difficilmente gestibili, o picchi di consumo energetico.
Ottimizzazione automatica
“L’ottimizzazione delle condizioni di funzionamento – spiega una nota di Hera – viene fatta automaticamente ogni cinque minuti sull’acqua in entrata in una delle due linee di trattamento. Attraverso l’analisi svolta da un algoritmo di controllo, si è in grado di conoscere lo stato dell’impianto con un anticipo di circa mezz’ora, così da poter operare preventivamente le variazioni utili a ottimizzare i consumi e migliorare la qualità dell’acqua in uscita”.
Risultati della fase sperimentale
Dalla fase sperimentale, che ha preso il via due anni fa, è emerso come i primi risultati siano positivi. “Nella linea in cui è presente questo sistema di controllo – si legge nella nota di Hera – il depuratore modenese, che ha la capacità di far fronte alle esigenze di 500.000 abitanti, ha fatto registrare una diminuzione di energia utile al processo di ossidazione pari al 10%, rispetto a quanto rilevato in situazione analoga con un sistema di controllo tradizionale, e un calo della presenza di azoto, nelle acque in uscita (parametro già sotto i limiti di legge) di un ulteriore 5,5%”.
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