Entro il 2050 la domanda di elettricità aumenterà di oltre il 25 per cento nelle aree dove l’aumento della temperatura sarà maggiore e ci sarà più bisogno di raffrescare gli ambienti. Tra queste ci sono le zone più povere del Medio Oriente e dell’Africa in cui circa un miliardo e mezzo di persone a basso reddito è servita da un’infrastruttura carente ed è maggiormente a rischio di malattie legate al calore.
I risultati dello studio pubblicato su Nature Communications
E’ il risultato dello studio Amplification of Future Energy Demand Growth due to Climate Change pubblicato su Nature Communications dal team di ricercatori formato da Enrica De Cian, professoressa all’Università Ca’ Foscari Venezia e ricercatrice presso il Centro euro mediterraneo sui cambiamenti Climatici, Bas van Ruijven, ricercatore dell’International institute for applied systems (Austria) e Ian Sue Wing, professore alla Boston University (Usa).
Sia a livello globale che nei singoli Paesi, in uno scenario in cui ci sarà un aumento demografico e di reddito e un accentuato aumento delle temperature, il fabbisogno salirà nel 2050 tra il 25 e il 58 per cento. In uno scenario “più moderato” la crescita dei consumi sarà compreso tra l’11 e il 27 per cento. I più importanti cambiamenti, come anticipato, riguarderanno l’elettricità per raffreddare gli ambienti nell’industria e nel settore dei servizi. Sarà il caso, in particolare, di vaste aree dei tropici, Europa meridionale, Cina e Stati Uniti.
Il modello di indagine
L’indagine punta a valutare l’aumento del consumo di elettricità in relazione agli effetti del cambiamento climatico. Gli scienziati hanno prodotto un modello statistico che calcola le variazioni della domanda di tre carburanti e tiene conto di quattro scenari economici. L’analisi ha riguardato le proiezioni di temperatura di 21 modelli climatici e di cinque scenari socio-economici a fronte di un aumento più o meno marcato delle temperature.
Non hanno però considerato gli aggiustamenti nell’offerta dei combustibili e dei prezzi e le risposte da parte dei produttori e dei consumatori a livello mondiale. Elementi che se da un lato determinerebbero cambiamenti meno estremi nel consumo di energia, dall’altro sarebbero alla base di ulteriori costi per gli utenti finali.
Cause ed effetti pericolosi
I cambiamenti “nel condizionamento degli spazi avranno un impatto diretto sui sistemi energetici, dal momento che le imprese e le famiglie richiederanno meno gas naturale, petrolio ed elettricità per via delle minori esigenze di riscaldamento e viceversa più energia elettrica per soddisfare le maggiori esigenze di raffreddamento degli ambienti”, ha evidenziato la De Cian.
“Più basso sarà il reddito pro capite, maggiore sarà la quota di questo reddito che le famiglie dovranno dedicare per adattarsi agli aumenti della domanda di energia”, ha rimarcato Bas van Ruijven in riferimento alla crescita che interesserà soprattutto le zone del Medio Oriente o dell’Africa dove si prevede l’aumento più marcato delle temperature.
L’aumento del fabbisogno energetico potrebbe rendere “ancora più difficile e costoso mitigare il cambiamento climatico futuro”, ha concluso Ian Sue Wing. Per “calcolare come le dinamiche di assestamento del mercato energetico determinano in ultima analisi i cambiamenti nel consumo di energia e nelle emissioni” bisognerà valutare il modo in cui “il fabbisogno energetico da parte dei diversi tipi di consumatori, in climi diversi, verrà influenzata dal riscaldamento globale”.
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