In vista del voto per il rinnovamento del Parlamento europeo, unico organo Ue eletto a suffragio universale, Slow Food Europe lancia il manifesto l’Europa che vogliamo per sensibilizzare cittadini e candidati sul bisogno urgente di garantire sistemi alimentari e agricoli sostenibili. In questo manifesto “esprimiamo alcune raccomandazioni sulle principali aree di interesse europee: Politica agricola comune e Politica comune di pesca, cambiamento climatico, biodiversità, ecosistemi marini”, spiega a Canale Energia Rachele Lodi, del consiglio internazionale Slow Food. Le priorità individuate sono il punto d’incontro tra i temi seguiti con particolare attenzione dalla rete e quelli in cima all’agenda politica dell’Ue.

Il manifesto di Slow Food l’Europa che vogliamo

  1. La transizione verso una politica alimentare comune, coinvolgendo il maggior numero di interlocutori per mettere fine a politiche ineguali e inefficienti;
  2. la Politica Agricola Comune, affinchè sostenga davvero le aree marginali, assicurando che i fondi siano utilizzati per proteggere i territori;
  3. la lotta al cambiamento climatico, mettendo al centro la tutela dei sistemi agricoli tradizionali e dando vita a una politica comune di riduzione dello spreco di cibo;
  4. la promozione della biodiversità, con norme che tutelino i suoli, gli organismi animali e vegetali dai brevetti, e sostengano il divieto di coltivazione degli organismi geneticamente modificati;
  5. la tutela degli ecosistemi marini, promuovendo una gestione collettiva delle risorse;
  6. il rispetto delle persone e dell’ambiente, due diritti fondamentali per assicurare un futuro alle prossime generazioni.

La politica agricola comune

Da evidenziare l’attenzione per la tutela degli ecosistemi marini, la lotta allo spreco di cibo e l’attuazione di una politica agricola che sostenga veramente gli agricoltori delle aree marginali del pianeta. La Politica agricola comune, precisa la Lodi, “non affronta sistematicamente la protezione dell’ambiente, degli animali, del clima e della salute umana e lo sviluppo delle zone rurali, nonché la scomparsa delle piccole aziende agricole”. Eppure “queste sono sfide importanti che dovrebbero essere regolamentate a livello europeo”. Al momento Slow Food cerca attraverso “i progetti per la diffusione dell’agroecologia” di “poter dare un contributo alla società europea, un felice cantiere sociale resiliente di scambio di conoscenza, solidarietà e piacere”.

Lettera aperta ai politici

L’8 maggio Slow Food Europe aveva compiuto un primo passo nell’evidenziare quali temi bisogna affrontare per garantire “cibo buono, pulito e giusto per tutti”, spiega la Lodi. Insieme a 30 organizzazioni della società civile e think tank che rappresentano i settori dell’agricoltura, della pesca, dell’ambiente, del benessere degli animali, della salute, dei consumatori, dello sviluppo, della giustizia sociale, del clima e delle foreste aveva inviato una lettera aperta ai candidati europei per chiedere “al prossimo presidente della Commissione europea di mettere in atto una politica alimentare dell’UE” e che un vicepresidente della Commissione europea sia incaricato di assicurare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili”.

L’iniziativa Vote with your fork

Per fornire maggiori informazioni ai cittadini in vista del voto e per siglare nuovi partenariati e coalizioni, così da potenziare la propria attività, Slow Food ha aderito alla campagna #stavoltavoto lanciando Vote with your fork e una serie di iniziative, sia online che offline. Tra queste le Disco Soup in cui, dopo aver raccolto cibo che altrimenti sarebbe stato buttato, i cittadini sono invitati a cucinare nelle piazze di tutta Europa.


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