I numeri spesso ingannano e così si potrebbe facilmente interpretare il -5% di casi nimby in Italia nel 2013 rispetto al 2012 come un fattore positivo. In realtà l’analisi è più complessa: “Nel nostro Paese si contesta meno perché diminuisce nel complesso il numero di progetti”; sono in calo gli investimenti esteri in Italia, al pari dei capitali nazionali, e dunque ci sono meno opere su cui fare contestazione.
L’analisi è del presidente di Aris Alessandro Beulcke (associazione che promuove l’Osservatorio Nimby Forum) in occasione dell’evento di presentazione del IX rapporto, e non è lontana dagli interrogativi che negli ultimi anni hanno riguardato il calo del consumo energetico nazionale: motivato più da buone pratiche di efficienza energetica o dalla crisi economica?
Secondo i dati dell’Osservatorio sono 336 le opere contestate nel 2013. Più di un contestatore su due risulta preoccupato per gli effetti sulla vita e sull’ambiente dei progetti e, soprattutto, il 48,5% degli oppositori fa parte della politica e delle istituzioni, contraddicendo la visione consolidata che siano il no di tipo popolare, ambientalista e sindacale a predominare. A essere maggiormente contestato è il comparto elettrico e in particolare quello delle fonti rinnovabili, mentre geograficamente è nel Nord che si annidano i principali focolai (Veneto 54 casi e Lombardia 50).
Secondo Cesare Pinelli, direttore scientifico di Italiadecide: “Oggi vediamo un Paese che non sente la cosa pubblica come propria”, mentre il dibattito pubblico in fase preliminare “consentirebbe di far comprendere i valori in gioco”. Sul tema della corruzione, inoltre, “questa si combatte con la trasparenza”.
Dello stesso avviso Riccardo Casale, a.d. Sogin: “Scontiamo un problema di bassa cultura scientifica e anche di mancanza generale di autorevolezza. Se in altri Paesi le autorità preposte affermano qualcosa le persone l’accettano”, mentre da noi no: “Una soluzione è la totale trasparenza”.
L’evento, infine, è stato l’occasione per lanciare il progetto “Infrastrutture e certezza del diritto” promosso dagli avvocati Paolo Esposito e Simona Viola con Aris, oltre alle proposte di Italiadecide per la “semplificazione a mministrativa” di riferimento.
Nel video Giampaolo Russo, country manager Tap Italia, sul caso del gasdotto e la percezione locale dell’opera in Puglia.
http://youtu.be/8KDH2P7VqlE
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