Un aumento del rischio di riduzione del quoziente intellettivo, deficit di memoria e di attenzione. Sarebbero questi gli effetti correlati all’esposizione alla classe di pesticidi denominata organofosfati (OP) su donne in gravidanza e sui loro loro nascituri. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Plos Medicine.
Problemi di sviluppo per i feti
“Dozzine di studi sull’uomo ci dicono che l’esposizione di donne in gravidanza a livelli molto bassi di pesticidi organofosfati mette a rischio bambini e feti per problemi di sviluppo che possono durare una vita – ha spiegato sul Guardian Irva Hertz-Picciotto, autrice dello studio e direttrice del centro di salute ambientale UC Davis – per legge, l’EPA non può ignorare conclusioni così chiare: è tempo di vietare non solo i clorpirifos, ma tutti i pesticidi organofosfati”.
Nello specifico ci possono essere danni nello sviluppo celebrale, e in seguito all’apprendimento, alla memoria e alla capacità di attenzione, sintomi, questi ultimi che comparirebbero solo in età scolare. In particolare il QI potrebbe ridursi fino a 5-6 punti, secondo il professor Robin Whyatt del Centro per la salute ambientale dei bambini della Columbia University di New York, altro ricercatore coinvolto nello studio.
Divieti in Europa e USA
I regolatori statunitensi hanno già vietato 26 pesticidi OP sui 40 definiti pericolosi per la salute umana. In Europa il divieto è di 33 su 39. Tuttavia queste misure non sono ancora sufficienti, visto che stando ai dati delle Nazioni Unite, circa 200.000 persone continuano a morire ogni anno a causa dei pesticidi. Di queste morti il 99% avviene nei Paesi in via di sviluppo. I due OP più famosi, oweo terbufos e metamidofos, sono stati segnalati dalla Convenzione di Rotterdam.
Bimbi nati con malformazioni in Francia
Un altro episodio che ha visto citare nel dibattito sulle possibili cause i pesticidi è stato quello relativo alla nascita in Francia, nella Loira Atlantica e in Bretagna, di sette bambini senza braccia, mani o avambracci nel periodo 2009-2017. Si tratta di una patologia definita “agenesia” che si sviluppa in fase embrionale. Sull’origine delle malformazioni si è aperto un dibattito che avrebbe escluso cause di tipo genetico. Tra le ipotesi che hanno animato la discussione c’è stata anche un’eventuale influenza dell’ambiente circostante, una zona agricola in cui sono utilizzati dei pesticidi. Tuttavia è stato ribadito che un legame di questo tipo è un tema che deve essere ancora approfondito da un punto di vista scientifico.
Inquinamento atmosferico, gli effetti sui bambini
Dai pesticidi passiamo ora a considerare gli effetti dell‘inquinamento sulla salute dei più piccoli, un argomento più volte al centro di studi scientifici. Tra questi c’è l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui la cattiva qualità dell’aria sta danneggiando l’intelligenza di miliardi di bambini in tutto il mondo causando inoltre centinaia di migliaia di morti. In particolare, dallo studio risulta che il 90% dei bambini respira aria tossica esponendosi a un rischio elevato per la loro salute.
I più vulnerabili
Tra i motivi per cui i bambini risultano particolarmente vulnerabili c’è anche il fatto che hanno una statura minore rispetto agli adulti e che le sostanze tossiche sono spesso più concentrate al livello del suolo. Inoltre, i loro organi sono in fase di crescita e il sistema nervoso può risultare più suscettibile per danni a lungo termine.
L’esposizione al PM2,5
Dalla ricerca è emerso inoltre che 600.000 bambini muoiono per infezioni acute delle basse vie respiratorie dovute alla cattiva qualità dell’aria. Il 93% di questi sono esposti al PM2,5, una delle sostanze più dannose. In particolare nei paesi più poveri, la percentuale di bambini sotto i cinque anni esposti al PM2,5 in quantità superiori a quelle consentite dall’OMS sfiora il 98%.
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