La giornata del “Mobility manager in rete” organizzata da Ispra con l’Università di Roma 3, si conclude con una tavola rotonda volta a portare agli occhi delle istituzioni il know how esperienziale dei progetti dei mobility manager e alcune richieste, per velocizzare il passo verso la mobilità sostenibile.
Un momento di incontro in cui abbiamo visto il successo di alcuni progetti. Appare evidente come un mobility manager, che sia di area o di azienda, riesce a proporre un progetto che funzioni quando è ascoltato e spalleggiato anche dalla realtà istituzionale che lo circonda.
“Serve un interazione definita nei processi aziendali” come ha ricordato Giovanna Martellato, Mobility manager dell’Ispra e rappresentante per la rete dei mobility manager Roma (nel video). Lo stesso Direttore Generale dell’Ispra Alessandro Bratti, intervenuto in apertura di giornata con un contributo video, ha chiesto minore frammentazione normativa e una attuazione della normativa attuale che spesso manca di questa fase.
Da questi spunti prende il via la tavola rotonda “Innovazione normativa a sostegno e per il coordinamento nazionale dei mobility manager di ente pubblico/azienda /scuola/università/polo attrattore“.
Sotto il profilo istituzionale l’On. Diego De Lorenzis del Intergruppo parlamentare innovazione, sottolinea quanto fatto ad oggi e quanto in via di approvazione nell’agenda dell’attuale Governo, evidenziando da subito un link ben chiaro sotto il profilo governativo di una visione che mette in relazione diversi tipi di mobilità, dalla ciclistica alle ferrovie.
Un richiamo, quello legislativo, che guarda con difficoltà alla semplificazione normativa. Uno dei motivi è giustificare i diversi centri di costo e competenze. La proposta che arriva dal tavolo è valutare un approccio di lavoro che sia di sistema e strategico, in cui le esigenze di un territorio siano appoggiate non solo da interventi locali ma anche da una strategia di ridisegno delle aree urbane.
Incentivi alla mobilità sostenibile già nei contratti di lavoro e nel diritto allo studio
Emerge a più riprese la necessità di garantire incentivi alla mobilità sostenibile, sia come strumento di dialogo e di contrattazione tra il mobility manager e i dipendenti sia come indirizzo contrattuale capace di condizionare una trattativa lavorativa. Un cambiamento, quindi, anche questo che deve partire dai contratti di lavoro in modo da incentivare l’azienda per prima e mettere in mano strumenti concreti ai mobility manager, come ribadisce lo stesso On. Paolo Gandolfi Urbanista PD (vedi il video).
Asset che potrebbe indirizzare la scelta anche della mobilità studentesca, come sottolinea Stefano Carrese, delegato del Rettore della Università di Roma Tre, che richiede da tempo, con la rete dei mobiliti manager universitari RUS, l’inserimento del trasporto pubblico nel diritto allo studio, in modo da garantire agevolazioni concrete alla mobilità degli studenti.
Come deve cambiare la figura del mobility manager
Non mancano le richieste di chiarezza su ruoli e competenze dello stesso mobility manager. Per guida Euromobilty arriva la richiesta della istituzione di un albo.
Oltre questo all’integrazione istituzionale dovrebbe seguire di più una integrazione nella visione urbana dei centri di interesse. Quindi realtà come uffici postali o anche la pianificazione di grandi eventi, andrebbero trattate a livello istituzionale con l’obbligatorietà della istituzione della figura di un mobility manager per valorizzare la pianificazione urbana degli spostamenti come spiega anche nel video Valerio Piras Segretario Nazionale di Euromobility.
Pianificazione urbana e delle infrastrutture
E’ evidente come sicurezza stradale e personale, ma anche realizzazione di infrastrutture mirate a sanare delle mancanze evidenti sul territorio, si rendano necessarie per un vero salto di qualità nella mobilità sostenibile.
Un processo che in parte aveva provato a svolgere il collegato ambientale ma per cui si rende evidente un pensiero più strategico che vada oltre i semplici divieti e la negazione di diritti come l’eliminazione dei parcheggi o il blocco agli accessi nelle aree ritenute calde. Serve invece affrontare in modo olistico la necessità di mobilità, come la valorizzazione dove possibile del telelavoro (legge che dalla sala indicano essere presente ma assente nella sua applicazione) e favorire una visione strategica tra i diversi soggetti istituzionali, governativi nazionali e locali per la costruzione di un piano integrato per la mobilità.
Nel frattempo, i mobility manger al lavoro faranno del loro meglio per valorizzare le infrastrutture e i mezzi esistenti, come stanno già facendo.
https://www.youtube.com/watch?v=fsLHGCY5SF0
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