L’energia vista dallo spazio e oltre. Non avesse confini lo sapevamo già, ma che questi confini riuscissimo a indirizzarli un po’ noi umani è un sogno che dalla letteratura alla fiction si sta sempre più concretizzando in realtà.
Uno sguardo dallo spazio per conoscere meglio la Terra
Non mancano le iniziative che vedono studiare l’ambiente oltre l’atmosfera terrestre con problematiche tipiche della Terra.
Lo studio dei detriti spaziali che vanno monitorati dall’alto come la valutazione dell’ambiente terrestre da un punto di osservazione privilegiato. Come il caso di iniziative come Innospace Journey, che, partendo dai dati di Copernicus avviano una “gara” tra giovani studenti per ottimizzare il valore delle informazioni e valorizzare il pianeta
Coltivazioni in orbita
Dopo le missioni spaziali e la discesa delle sonde sui pianeti più prossimi al nostro la nuova frontiera sarà coltivare serre di vegetali in orbita e questo abbiamo visto sarà possibile grazie ai led con lo studio del progetto della Nasa con lo sviluppo della tecnologia Led Phytofy RL di Osram.
Attenzione ai detriti spaziali
Lo spazio diventa una estensione della nostra dimensione in cui è sempre più importante conoscere e gestire l’ambiente che ci circonda e prevenire eventuali detriti. Su questo si basa il progetto finanziato da Sardegna Ricerche, condotto da Nurjana Technologies e dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari.
Meno detriti spaziali con l’accordo tra PoliTO e D-Orbit
Uno spazio che va lasciato pulito e vigilato. Su questo il Politecnico di Torino sta lavorando in questa direzione ed ha siglato un accordo con la start up italiana D-Orbit per ridurre i detriti spaziali lasciati dai satelliti. L’intesa, relativa alla licenza di brevetti sviluppati dal Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale (DIMEAS) dell’Ateneo, vuole limitare il rischio di collisione tra detriti orbitali e veicoli spaziali.
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