Pronta la seconda edizione del Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia. Il Rapporto ha l’obiettivo istituzionale, di porsi come strumento utile e propedeutico alla valutazione delle policy e del loro impatto su una fonte di ricchezza e benessere fondamentale del nostro paese che sempre più deve emergere per essere preservata e valorizzata.
In questa edizione sono stati fatti progressi in termini di arricchimento dei fattori di analisi grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione.
La valutazione biofisica degli ecosistemi terrestri a livello eco-regionale e regionale, anche con aggiornamenti sullo stato di conservazione di alcuni di essi. Inoltre, il focus sul valore biofisico degli stock di Capitale Naturale nelle ecoregioni marine mette in luce i primi risultati di un progetto sperimentale finalizzato ad un sistema di contabilità ambientale per le Aree Marine Protette italiane. C’è quindi una attenzione ai Macro-ecosistemi marini con un progetto sperimentale sulla contabilità ambientale nelle aree marine protette; agli ecosistemi agricoli (considerando l’agro-ecosistema irriguo e i relativi servizi eco sistemici); quelli forestali (in cui sono conteggiati anche l’incidenza degli incendi) e una valutazione della frammentazione e consumo di suolo sugli ecosistemi naturali e semi-naturali. Ma anche l’impollinazione agricola, i servizi ricreativi outdoor e la purificazione delle acque.
Il tutto attraverso sistemi di contabilità biofisica su base emergetica, con cui si inizia a valutare un percorso metodologico importante in merito all’attribuzione di una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.
I valori monetari ottenuti, seppur frutto di metodologie da perfezionare e di ipotesi da raffinare nei prossimi rapporti, aprono una prospettiva ineludibile circa la straordinaria importanza del Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale, come quello Culturale, in merito alla dimensione di quella Ricchezza delle Nazioni di cui si cerca la radice.
Cosa è la contabilità biofisica su base emergetica
Il termine “emergia” deriva dall’inglese “emergy” cioè energy + memory. Di fatto la “memoria energetica” di tutta l’energia solare (diretta e indiretta) utilizzata nelle trasformazioni che hanno portato alla realizzazione di un bene o di un servizio.
L’ emergia esprime “impronta solare” e definisce “il costo di formazione di beni e servizi espresso in equivalenti di energia solare misurata in joule”. Di fatto più alto risulta il costo energetico di formazione e maggiore sarà la quantità di risorse che convergono per la generazione di un’unità di bene o servizio.
Rapporto tra Capitale Naturale e sistema Socio Economico
Il flusso di servizi forniti dagli asset del Capitale Naturale è capace di generare benefici individuali e sociali. Come si legge nel rapporto difatti “L’interazione tra sistema socio-economico e sistema ambientale non si esaurisce qui ma ha anche la direzione opposta. Infatti, le attività antropiche creano pressioni sul sistema ambientale che impattano sullo stato di conservazione del CN, ma i cui impatti negativi possono essere accentuati da politiche di sviluppo non orientate alla sostenibilità o limitati da politiche a favore del mantenimento e preservazione del CN”. La dinamica delle interazioni e chiaramente sintetizzata nel grafico sottostante.
Come nasce il Capitale Naturale
Nel Primo Rapporto, il Capitale Naturale è stato definito, seguendo l’esempio del Regno Unito (UK NCC, 2013), come: “l’intero stock di asset naturali – organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche – che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretto o indiretto, per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati”.
L’elaborazione del Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (2017) ha consentito di mettere in luce, per la prima volta, al complesso sistema istituzionale il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico collettivo del Paese.
Il Settimo Programma di Azione Ambientale15, individua tra le sue priorità anche la salvaguardia del CN (Fig. 2) ed invita l’Unione Europea ed i Paesi Membri a migliorare la legislazione esistente ed a colmare le lacune normative nel contesto del paradigma del “vivere bene dentro i limiti del pianeta”.
I due pilastri per la protezione del CN sono rappresentati dalla Strategia Europea per la Biodiversità al 202016 e l’impronta blu per la salvaguardia delle risorse idriche europee17.
Fig. 2 – Lo schema di riferimento del Settimo Programma di Azione Ambientale
Fonte: Commissione Europea
In particolare, la Strategia per la Biodiversità, elaborata nel 2011, consiste di 6 target derivanti dagli impegni presi nell’ambito della CDB.
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