L’attenzione ai temi ambientali, sociali e di governance (ESG – Environmental, Social, Governance) è ormai ampiamente diffusa in ambito bancario, tanto che le banche inseriscono questi temi nella loro strategia, al fine di gestire meglio impatti, rischi e opportunità connessi al proprio business. Questo è quello che emerge dall’indagine ESG Benchmark 2013, che l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa e l’Ufficio Analisi Economiche di ABI promuovono ogni due anni tra gli associati e che vede coinvolto un campione di banche rappresentative del 70% del totale attivo di sistema.
Nell’ambito di tale strategia, all’interno delle banche è ormai diffuso un presidio dedicato proprio alla Corporate Social Responsibility (CSR) che nel 72% dei casi si sostanzia in un’unità dedicata, come mostrato in figura 2.1.d.
Figura 2.1.d
Banche con struttura organizzativa CSR
Fonte: ABI, ESG Benchmark, 2013, 14 rispondenti
Il presidio CSR e il bilancio di sostenibilità
Negli ultimi anni è inoltre cresciuta la promozione di un modello che formalizza l’interazione tra l’unità o il presidio CSR e le altre aree della banca. Attualmente circa l’80% del campione si avvale di modalità strutturate di condivisione delle informazioni, utili soprattutto alla redazione del bilancio di sostenibilità, che si afferma come pratica di rendicontazione della Responsabilità Sociale d’Impresa nel sistema bancario italiano. Infatti il bilancio di sostenibilità e il web (rispettivamente col 96% e il 94,6% del campione) si confermano la fonte primaria per diffondere le informazioni inerenti i temi ESG in banca, seguiti dal canale intranet (75,9%) e dalla Relazione sulla Gestione (46,7%), a testimonianza della volontà di massimizzare la trasparenza delle informazioni rivolte a un pubblico sempre più ampio.
Le banche che nel 2013 hanno pubblicato un bilancio di sostenibilità rappresentano il 70% del totale attivo di sistema. Per la redazione di tale bilancio, il 67% del totale attivo ha preso come riferimento le indicazioni contenute nelle Linee Guida internazionali Global Reporting Initiative (GRI). Quasi la totalità di queste banche utilizza, nello specifico, il supplemento per il settore finanziario del GRI, in linea con le evidenze delle ricerche internazionali che riconoscono lo standard del GRI come quello maggiormente utilizzato universalmente.
Il confronto con gli stakeholder
Si stanno al contempo diffondendo pratiche di consultazione degli stakeholder durante il processo di elaborazione del bilancio di sostenibilità (74%), che contiene l’enunciazione di impegni precisi nei confronti dei diversi soggetti interessati (91%), l’identificazione delle aree critiche (88%), una misurazione del livello di raggiungimento degli obiettivi precedentemente fissati (77,5%). Ampio margine di miglioramento risiede invece nell’opportunità di includere nel documento le opinioni degli stakeholder e le loro aspettative, azione attualmente perseguita dal 37% del campione.
In questo contesto, ABI ha promosso un’ulteriore indagine focalizzata a verificare, rispetto alla rendicontazione di sostenibilità, il grado di utilizzo di metriche comuni che favoriscono la confrontabilità delle informazioni. I risultati evidenziano il progressivo adeguamento della rendicontazione allo standard GRI e alle Linee guida ABI che forniscono indicazioni sull’utilizzo degli indicatori GRI, adattati al contesto italiano e alle specificità del settore bancario.
La rendicontazione ambientale
Tra i temi presidiati dalle banche, nell’ambito della Corporate Social Responsibility, vi è quello dell’impatto ambientale. Infatti le banche che redigono un bilancio di sostenibilità monitorano anche alcuni parametri energetico-ambientali, come ad esempio i consumi di energia (elettricità e gas) e le emissioni di anidride carbonica. In particolare in merito alle emissioni di CO2 in atmosfera, il documento GRI, versione 3.1, prevede uno specifico indicatore, l’EN16, tramite il quale sono rendicontate le emissioni derivanti dal riscaldamento, dal consumo di energia elettrica e dall’utilizzo della flotta auto aziendale. In figura 2.1.e è possibile visionare il risultato della rilevazione annuale dell’Osservatorio Green Banking di ABI Energia, Competence Center ABI Lab su energia e ambiente, che ha redatto le linee guida per uniformare le modalità di rendicontazione ambientale delle banche nell’ambito di quanto previsto dal GRI.
Figura 2.1.e
Emissioni totali di CO2 per dipendente
Fonte: ABI Lab, Analisi di benchmark su indicatori ambiente del GRI inseriti
nella rendicontazione ambientale 2013, 7 rispondenti
Nel settore si registra un’emissione media di 0,874 tonnellate di CO2 per dipendente; se oltre ai dipendenti si considerano anche i consulenti stabilmente presenti nelle sedi delle banche, il valore medio scende ancora di più arrivando a 0,804 tCO2 pro capite. Questa correzione del dato fa emergere che, oltre ai dipendenti presenti nelle proprie sedi, per una corretta valutazione e comprensione del proprio impatto ambientale, è opportuno conoscere anche il dato di presenza di altri addetti come i consulenti.
Il coinvolgimento delle funzioni aziendali
Infine, da quanto emerso dagli studi realizzati, è possibile affermare che il processo di rendicontazione è tanto più significativo quanto più ampio è il coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali che, ognuna per le competenze specifiche, apportano valore al processo stesso nelle sue diversi fasi, dalla valutazione del progetto all’elaborazione del documento, fino alla sua diffusione e comunicazione. Dalle rilevazioni eseguite, risulta che la partecipazione delle diverse funzioni aziendali si attesta, nella maggior parte dei casi, su valori alti, a significare che in banca sono diffusi gruppi di lavoro interfunzionali dedicati a questa attività. Si tratta di gruppi generalmente coordinati dalla struttura di CSR e a cui partecipano rappresentanti aziendali con competenze e conoscenze diverse, necessarie per la raccolta delle informazioni e dei dati.
a cura di Serena Razzi, Ufficio Responsabilità Sociale di Impresa ABI
e Giorgio Recanati, Senior Research Analyst ABI Lab
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