Ai ritmi attuali stiamo consumando una quantità di risorse superiore a quella che la Terra riesce a produrre. Già a partire dallo scorso 3 agosto è scattata “l’ora X”, l’Earth Overshoot Day, in cui abbiamo iniziato a usare risorse non più rimpiazzate dal nostro Pianeta. L’impiego maggiore è quello relativo alla produzione di cibo, di cui addirittura un terzo è stato sprecato arrivando a generare circa l’8% delle emissioni globali di gas serra. Numeri che descrivono una situazione preoccupante e che devono far comprendere l’importanza della questione dello spreco alimentare nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.
È questa la posizione della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) che, in attesa della Giornata Mondiale della Terra del prossimo 22 aprile, vuole accendere i riflettori su un tema centrale per il futuro del nostro Pianeta.
“Produzione del cibo, sovrasfruttamento delle risorse della Terra e spreco alimentare sono elementi che ci separano dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – spiega in una nota Ludovica Principato, ricercatrice Fondazione BCFN e ricercatrice Università Roma Tre – Se vogliamo puntare alla “fame zero” non possiamo trascurare che l’impatto dello spreco alimentare, nei Paesi sviluppati, vale 222 milioni di tonnellate di cibo, quasi quanto la produzione alimentare disponibile dell’Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate). Se vogliamo salvare le nostre acque, non possiamo non ricordare che lo spreco di cibo è anche responsabile di una perdita di acqua equivalente al flusso annuale del fiume Volga in Russia. Insomma, se vogliamo migliorare e preservare il Pianeta in cui viviamo dobbiamo partire anche dal nostro rapporto col cibo, dal modo in cui lo produciamo e da quello che mangiamo”.
In Italia spreco domestico eccessivo
Il nostro Paese si mostra virtuoso nel percorso di lotta allo spreco. Analizzando il Food Sustainability Index 2016 e quello del 2017 (lo strumento creato da BCFN) emerge in particolare come alla voce “Cibo sprecato (% della produzione alimentare totale del Paese)” – riferito alla filiera alimentare e non al consumo domestico – si è passati dal 3,58% di cibo gettato rispetto a quello prodotto al 2,3% del 2017. Un risultato frutto delle politiche messe in campo nel nostro Paese tra cui la legge Gadda che ha ad esempio semplificato le procedure per le donazioni degli alimenti invenduti.
Qualche sforzo in più, invece, è richiesto sul fronte dello spreco domestico: ogni anno gli italiani gettano in media 145 kg di cibo pro capite, più di quanto potrebbe consumare mediamente in 1 anno una famiglia di 3 persone. Inoltre, la frutta e gli ortaggi che gettiamo nei punti vendita causano lo spreco di più di 73 milioni di metri cubi d’acqua (usata per produrli), ovvero 36,5 miliardi di bottiglie da 2 litri.
Food Sustainibility Media Award
Per valorizzare una comunicazione attenta alle tematiche della sostenibilità ambientale nel settore alimentare Barilla Center for Food & Nutrition promuove, in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters, il Food Sustainability Media Award, l’iniziativa che premia giornalisti, blogger, freelance e talenti emergenti che hanno saputo dare visibilità ai paradossi del sistema alimentare, proponendo soluzioni concrete per rendere più sostenibili le nostre scelte in fatto di cibo. La deadline di partecipazione è il 31 maggio 2018.
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