La certificazione degli imballaggi costituisce uno strumento “fondamentale” per affrontare in maniera efficace, da una parte, le sfide commerciali legate al rafforzamento delle barriere doganali e, dall’altra, attestare l’ottemperanza agli obblighi imposti dalla normativa di settore facilitando la libera circolazione di merci. È questo il messaggio evidenziato da Conlegno, Consorzio Servizi Legno Sughero, che è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, con il Decreto 13 luglio 2005 n. 175/2005, come Soggetto Gestore a livello nazionale del Marchio IPPC/FAO, impiegato per garantire la conformità fitosanitaria degli imballaggi in legno allo Standard ISPM n. 15.
Ad occuparsi di questi aspetti all’interno del Consorzio è, in particolare, il Comitato Tecnico FITOK coordinato da Daniela Frattoloni che ha spiegato a Canale Energia come “avvalersi di uno strumento di questo tipo permetta di poter esportare un materiale sicuro ed ecologico”, con importanti vantaggi competitivi in termini di penetrazione sui mercati internazionali.
“Avvalersi di uno strumento di questo tipo permette di poter esportare un materiale sicuro ed ecologico”.
D. Frattoloni
Un trattamento voluto dalla FAO
“Il fatto che il materiale venga sottoposto a questo trattamento voluto dalla FAO, ovvero un organo internazionale che quindi impone a tutte le nazioni aderenti il medesimo standard, identificato con l’apposita marchiatura – ha aggiunto la coordinatrice del comitato tecnico FITOK – significa permettere agli imballaggi, come pallet, casse, gabbie e cassette per la frutta, di uscire dal territorio nazionale ed essere immediatamente riconosciuti dalle dogane di tutti i Paesi del mondo come conformi agli standard fitosanitari internazionali e di superare con facilità eventuali accertamenti fitosanitari”.
Tutela ambientale
Con questo trattamento impediamo che insetti nocivi o contaminanti possano uscire o, viceversa, entrare nel nostro territorio e contaminare le foreste causando dei danni notevoli per quel che riguarda l’ambiente. Insomma è un modo per contribuire a contrastare il fenomeno della deforestazione”. D. Frattoloni
In questo senso, come ha sottolineato Frattoloni, ben si comprende come la certificazione costituisca anche uno strumento di tutela ambientale importante.
I procedimenti richiesti dallo standard ISPM n. 15
Quali sono in particolare i procedimenti a cui il legno viene sottoposto in base allo Standard ISPM n. 15? “In sostanza il procedimento consiste nel sottoporre l’imballaggio finito, o il semilavorato destinato alla produzione di imballi, a un trattamento termico in impianti ad alte temperature dove viene portato a 56 gradi per 30 minuti. Gli insetti e altri organismi nocivi da quarantena, che possono essere annidati all’interno del legname, non resistono a tale shock termico eliminando così il rischio di veicolazione tramite la movimentazione dell’imballo. Si tratta di un trattamento ecologico in cui non viene usato nessun materiale dannoso o chimico. E’ semplicemente un trattamento ad alta temperatura”. Il procedimento prevede che gli imballaggi di legno grezzo vengano sottoposti a un trattamento termico – HT o, nei paesi dove è ancora concesso, a trattamento di fumigazione con bromuro di metile – MB e, solo successivamente, certificati con il marchio IPPC/FAO.
Il sistema di rintracciabilità fitosanitaria di FITOK, ha spiegato la coordinatrice del Comitato Tecnico del marchio, “è unico al mondo, garantisce una tracciabilità dell’imballo totale permettendo così la copertura assicurativa dei prodotti a marchio in caso di contestazione internazionale“.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.