Circa 150 milioni di tonnellate di gas serra in meno in atmosfera. È l’obiettivo che McDonald’s vuole raggiunge entro il 2030 attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra del 36% rispetto ai livelli del 2015 nella rete di ristoranti e uffici e del 31% rispetto all’intensità delle emissioni (per tonnellata di alimenti e imballaggi) lungo tutta la supply chain.
Gli interventi previsti
Per riuscirci la nota catena di fast food ha pianificato una strategia che prevede l’installazione di luci a LED in uffici e ristoranti, l’adozione di strumenti tecnologici innovativi in cucina, l’introduzione della raccolta differenziata nelle cucine e l’utilizzo del packaging riciclato o certificato. In più, McDondald’s collaborerà con licenziatari, fornitori e produttori per ridurre la carbon footprint di: produzione di carne bovina, uso di energia nei ristoranti, imballaggio e produzione di rifiuti. Azioni che complessivamente producono il 64% delle emissioni globali del marchio.
“Per raggiungere questi obiettivi lavoreremo con i nostri fornitori per un approvvigionamento responsabile, promuoveremo le fonti rinnovabili e un uso più efficiente dell’energia, ridurremo i rifiuti e implementeremo il riciclaggio”, ha spiegato il Presidente e CEO della catena Steve Easterbrook.
Gli obiettivi fissati dalla catena di fast food sono stati precedentemente approvati dal Science based targets iniziative (SBTi), collaborazione tra Istituto mondiale della ricerca, WWF, Carbone disclosure project e Patto globale delle Nazioni Unite. Iniziativa che vuole sollecitare e sostenere le imprese, di qualunque dimensione, ad intraprendere azioni collettive per contrastare i cambiamenti climatici, secondo anche risorse e dimensioni.
L’esempio del fast food
“Come uno dei brand più conosciuti del Pianeta, McDonald’s ha una buona opportunità per essere promotore del cambiamento”, ha proseguito il CEO. A fargli eco il Presidente e CEO del WWF negli Stati Uniti Carter Roberts: “L’impatto di McDonald’s è su scala globale e questo annuncio è particolarmente importante perché impegna una delle aziende più grandi del mondo a ridurre scientificamente, lungo tutta la sua catena e in maniera significativa le proprie emissioni” ha commentato. Il contributo del settore privato, ha rimarcato, non potrà “risolvere per intero il processo di cambiamento climatico del nostro pianeta” ma “annunci significativi e collaborazioni come questa possono dare il via ai cambiamenti su larga scala di cui abbiamo veramente bisogno”.
Il World Resource Institute si dice pronto a supportare “l’azienda nella definizione di strategie che portino alla creazione di un Pianeta più sostenibile”, ha evidenziato Andrew Steer, Presidente & CEO dell’Istituto. Lavorando “con i suoi fornitori per l’adozione di pratiche agricole che riducano gli sprechi”, ha proseguito, così che McDonald’s riesca a tracciare “un percorso migliore per propri licenziatari, clienti e per l’ambiente”.
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