“Fermiamoci ora e riflettiamo su una domanda: sulla base dei miliardi investiti nel mondo abbiamo sviluppato e inventato sufficienti tecnologie per realizzare smart grid e micro grid?”. Questa la domanda posta da Giuliano Monizza nel corso della sessione “Microgrid: la gestione delle risorse in un sistema autonomo” all’interno dello Smart Grid International Forum (lo scorso 14 aprile a Roma). Quesito al quale il rappresentante di Anie energia ha risposto: “certamente sì”.
Quali, dunque, i passi successivi da compiere? Tre le sfide maggiori individuate da Giorgio Graditi di Enea, moderatore della sessione dedicata alle micro reti: “La creazione di un piano nazionale per la micro grid energetica, il passaggio dai progetti pilota ai dimostrativi su larga scala, la standardizzazione e l’interoperabilità”.
Secondo Graditi per micro grid energetica s’intende “un’aggregazione di unità di consumo e unità di generazione (non solo elettrica), interconnesse in un’entità unica e controllabile (smart) verso le reti di distribuzione”. Un elemento in questo senso, fortemente protagonista della corrente attualità energetica, è il Sistema efficiente d’utenza, rispetto al quale Giovanni Simoni (Kenergia e Assorinnovabili) ha spiegato come i Seu diano “la possibilità di ridurre del 25-30% le bollette dei nuovi clienti“.
Simoni ha inoltre introdotto il concetto di “smart grid molecolare”, sottolineando come “la tecnologia per la gestione intelligente dei flussi energetici” debba essere implementata “a livello di singolo prosumer ed essere in grado di comunicare e interagire con i sistemi circostanti”.
Molte le sperimentazioni delle reti di nuova generazione nel mondo ricordati nel corso dell’evento: la micro grid nel campus universitario di Savona, le applicazioni nell’isola di Faial in Portogallo, la sperimentazione ad Amsterdam nell’ambito del più ampio progetto smart city. Non ultimo il progetto Nice Grid, descritto da Filippo Passante di Alstom Grid: “È un progetto pilota di quartiere solare intelligente nel sud est della Francia che vede partener Erdf, Edf, Alstom, Saft ed Rte, nelle quali implementiamo la soluzione integrata Alstom MaxSineTM e l’eStorage Distributed Energy Manager (NEM)”.
Tra le questioni di maggior rilievo individuate quella della finanziabilità dei progetti, su cui ha approfondito Alessandro Mele di Ad Majora. Due i sistemi tradizionali: “Approccio corporate, in base alla qualità creditizia dell’azienda-sponsor e le garanzie da essa rilasciate; approccio cash flow based o limited recourse, senza garanzie esplicite rilasciate dall’azienda sponsor, bensì basato sui flussi di cassa del progetto e le garanzie del security package”. Due i sistemi definiti come innovativi: “mini bond e shadow banking”.
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