L’inquinamento atmosferico ha degli effetti negativi sul cervello dei bambini nei primi stadi del suo sviluppo. A dirlo – come si legge su Futurism – è un report realizzato dall’UNICEF che spiega come una cattiva qualità dell’aria danneggi la barriera emato-encefalica contribuendo ad aumentare il rischio di soffrire in età avanzata di patologie come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer. (Leggi anche la storia di copertina del mensile di ottobre dedicata al tema salute e inquinamento )
Gli effetti delle sostanze tossiche
Tra gli esempi di sostanze tossiche citati dal report c’è la magnetite che può penetrare nell’organismo attraverso il nervo olfattivo. Questa sostanza è dotata di una carica magnetica che la rende particolarmente tossica per il cervello. Un altro esempio è costituito dagli idrocarburi policiclici aromatici che vengono generati quando si bruciano i combustibili fossili. Queste sostanze si trovano in zone ad alta concentrazione di traffico e, secondo il report dell’UNICEF, possono avere degli effetti negativi sulla sostanza bianca del cervello che riveste un ruolo importante nella comunicazione tra i diversi neuroni.
In generale l’esposizione dei bambini piccoli a un’aria fortemente inquinata può, secondo la ricerca, essere collegata a performance nella memoria e nell’attività verbale e non verbale più deboli. Inoltre respirare aria inquinata non permetterebbe ai bambini di avere delle basi su cui costruire un’attività celebrale sana in età avanzata.
121 mln di bambini vivono in aree dove l’inquinamento supera limiti internazionali
Secondo l’UNICEF i bambini che in tutto il mondo vivono in aree dove la concentrazione di inquinanti è superiore ai limiti consentiti a livello internazionale sono circa 120 milioni. In particolare tra le regioni più colpite c’è l’Asia meridionale, con 33,4 milioni di bambini, e l’Asia orientale e il Pacifico, con 26,6 milioni di bambini.
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