Energia elettrica e gas, continua il dibattito fra Antitrust e Associazioni dei consumatori sulle tariffe del mercato tutelato: è giusto eliminarle?
Mercato tutelato dell’energia: sì o no? Questo il quesito di fondo che impegna l’Antitrust (l’Autorità garante della concorrenza) e le Associazioni dei consumatori in un dibattito pubblico che ha attirato l’attenzione di opinione pubblica, imprese e istituzioni. Oggi, se si vuole ottenere un risparmio effettivo, condizione imprescindibile è confrontare le migliori tariffe energia sia tra le proposte degli operatori privati sia tra quelle del servizio di maggior tutela che propone sempre prezzi legati all’indicizzazione Aeeg: ma qual è la scelta migliore per una famiglia o un’azienda?
L’Antitrust non ha dubbi, le offerte di energia migliori si trovano sul mercato privato e concorrenziale, mentre il servizio di maggior tutela non offre tariffe convenienti e sarebbe meglio eliminarlo o quanto meno limitarlo a determinate fasce d’utenza. Secondo l’Autorità garante della concorrenza, infatti, le aziende private di distribuzione di energia elettrica e gas, in un mercato più libero e flessibile, potrebbero permettere di abbassare fortemente le bollette così come già è successo per i costi del settore telefonico. Prospettiva sicuramente realistica, ma non tutti sono d’accordo. Le Associazioni dei consumatori, infatti, hanno lanciato l’allarme per questa ipotesi di privatizzazione totale del mercato dell’energia. Federconsumatori e Adusbef, in rappresentanza di molte categorie di utenti e associazioni, hanno criticato molto l’intervento dell’Antitrust poiché attualmente il mercato libero non è equo e la “svolta” verso il privato potrebbe uscire dal controllo delle autorità pubbliche. “Va bene la concorrenza – hanno comunicato le Associazioni – ma lasciare le famiglie in pasto ad un libero mercato che non funzionavorrebbe dire puro autolesionismo”.
Secondo Federconsumatori e Adusbef, infatti, chi è passato dal servizio di maggior tutela al mercato libero degli operatori privati, si è trovato a pagare il 12,7% in più sulle bollette dell’energia elettrica e il 4% in più su quelle del gas e riscaldamento. Vista la posizione dell’Antitrust questo però appare come un paradosso, poiché la concorrenza delle varie aziende energetiche dovrebbe portare a un graduale abbassamento delle tariffe per l’energia e anche a servizi di maggiore qualità. Chi ha ragione? Forse la verità, come spesso accade, sta nel mezzo e bisogna affrontare la questione analizzando bene pro e contro.
Innanzitutto l’Antitrust, tramite le parole del suo presidente Giovanni Pitruzzella, non ha posto veti sull’applicazione di questa svolta di mercato e il provvedimento, annunciato presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, è ancora nel campo delle ipotesi. C’è da dire inoltre che nell’intervento si parla di “riflessione sul mantenimento della tariffa di maggior tutela” il che quindi non implica necessariamente una eliminazione del mercato tutelato, ma ad esempio lo limita solo alle fasce di consumatori considerate particolarmente vulnerabili.
Ovviamente l’Antitrust, che si occupa di controllo sul libero mercato, parla da un preciso punto di vista, ma un confronto con le Associazione dei consumatori è d’obbligo ed è sicuro che la “rivoluzione” delle tariffe dell’energia potrà avvenire solo con un diffuso consenso. Il timore di Federconsumatori e Adusbef, nel particolare, è che il mercato messo unicamente nelle mani degli operatori privati potrebbe portare a un accanimento sulle famiglie, ma sarà proprio l’Antitrust a vigilare poiché vengano rispettati i parametri di costo. Inoltre rimarrà in vigore l’Aeeg ovvero l’Autorità dell’energia elettrica e il gas che ancora oggi fissa il prezzo per le nostre utenze domestiche.
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