Produzione di rifiuti urbani che torna a crescere (+2% nel 2016 rispetto all’anno precedente) dopo cinque anni di progressiva riduzione e raccolta differenziata raddoppiata negli ultimi dieci anni. Questo il quadro nazionale di Ispra approfondito nel “Rapporto rifiuti urbani” 2017, report che annualmente aggiorna sulla produzione, la raccolta differenziata, la gestione dei rifiuti urbani, degli imballaggi e dell’import/export.
La raccolta differenziata
Per quanto riguarda la differenziata, il rapporto rileva in particolare un aumento della quota dal 25,8% del 2006 al 52,5% del 2016 (+5% rispetto al 2015), “anche se il Paese è indietro rispetto all’obiettivo del 65% fissato per il 2012”. Target che è stato raggiunto solo da 4 regioni del Nord nel 2016.
Il Veneto si conferma la Regione con la più alta percentuale di differenziata (72,9%), seguito dal Trentino Alto Adige con il 70,5%, dalla Lombardia con il 68,1% e dal Friuli Venezia Giulia con il 67,1%. Queste regioni si pongono dunque al di sopra degli obiettivi dettati dalla normativa per il 2012.
La provincia più virtuosa si conferma come negli anni precedenti Treviso, con quasi l’88% di differenziata, seguita da Mantova (86,4%), Pordenone (82,3%) e Belluno (80,4%). I più bassi livelli di raccolta differenziata, invece, si riscontrano ancora nelle province siciliane di Siracusa (9,3%), Palermo (10,4%) ed Enna (11%).
Le tipologie di raccolta
Tra le tipologie raccolte, l’umido rappresenta la frazione maggiore (41,2% della differenziata) ed è quella che cresce di più rispetto all’anno precedente (+7,3%), assieme al vetro (+6%) e ai RAEE (+5,3%). Il secondo tipo di rifiuto urbano più differenziato è la carta (20,3%).
Torna a crescere la produzione di rifiuti urbani. Nel 2016, +2% sull’anno precedente, arrivando a 30,1 milioni di tonnellate, dopo cinque anni di progressiva riduzione. Il dato, spiega la nota, è in linea con gli indicatori socio-economici del Paese, sia nella spesa per consumi finali (+1,5%) sia del Pil (tra +1,7% e +0,9%).
Le Regioni in dettaglio
Nel dettaglio, il Nord Italia mostra il maggior aumento percentuale (+3,2%) e produce quasi 14,2 mln ton di rifiuti, mentre il Centro (6,6 mln ton) e il Sud (9,4 mln ton) vedono incrementi più contenuti. Il Veneto è primo anche per aumenti della produzione di rifiuti (+9%), seguito da Trentino Alto Adige (4,5%), mentre solo per tre regioni si registra un calo, Liguria (-3,1%), Molise e Calabria con un -1,2%.
I maggiori valori di produzione pro capite si hanno in Emilia Romagna con 653 kg, sempre nel 2016, e Toscana (616 kg), a fronte di una media nazionale di 497 kg pro capite. A livello provinciale il primato pro capite va nuovamente a Reggio Emilia (794 kg per abitante per anno), seguita da Rimini (740 kg).
Sul piano dei costi, l’analisi economica sui dati contenuti nei piani finanziari comunali pervenuti all’Ispra, relativi al 2016 e riferiti a 714 comuni, mostra che il costo totale medio pro capite annuo è pari a 218,31 euro/abitante, in aumento dello 0,6% sul 2015. Da un’analisi per classi di popolazione residente, il report evidenzia anche un aumento generale dei costi di gestione.
Lo studio condotto sui 223 comuni che applicano il regime tariffario puntuale “Pay-as-you-throw” ha mostrato che, in generale, i comuni con questo tipo di tariffazione presentano un costo medio totale pro-capite inferiore a quelli che utilizzano la Tari normalizzata.
Decrescita delle discariche
Nel 2016, inoltre, si rilevano 15 discariche in meno rispetto al 2015 e diminuiscono i rifiuti smaltiti in discarica (-5%, Nord -13%). In via generale, si legge nel rapporto, “va rilevato che non tutte le regioni sono dotate delle necessarie infrastrutture di trattamento dei rifiuti, in maniera particolare per la parte differenziata”. La scarsa dotazione impiantistica “fa sì che in molti contesti territoriali si assista ad un trasferimento dei rifiuti raccolti o sottoposti a trattamento meccanico biologico in altre regioni o all’estero, dove la capacità di trattamento risulta superiore rispetto ai fabbisogni”.
L’export dei rifiuti, infine, è il doppio rispetto all’import con oltre 433mila ton. Sono invece 208mila le tonnellate di rifiuti del circuito urbano importati nel 2016.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.