Introduzione di sistemi di efficientamento energetico, trasformazione degli scarti in risorse, attenzione all’uso di materie prime seconde e priorità alla replicabilità degli interventi. Il progetto olistico di sostenibilità ambientale pensato per il complesso monumentale di Assisi – le basiliche, la tomba del Santo e il convento – parte con la sottoscrizione presso il Ministero dell’Ambiente del protocollo d’intesa siglato tra l’Agenzia regionale di protezione ambientale dell’Umbria, guidata da Walter Ganapini, e Sisifo-Sostenibilità e Resilienza. L’intervista approfondita a Giuseppe Lanzi, AD Sisifo e Coordinatore del progetto.
A quanto ammontano i consumi idrici ed energetici del Complesso di Assisi e quanto prevedete di risparmiare con l’adozione di nuove tecnologie?
Alcune delle migliori impiantistiche inerenti l’utilizzo di energia elettrica e del calore sono ancora in fase di ultimazione in seguito a progetti di efficientamento avviati in precedenza e che saranno ulteriormente implementati. Per una stima complessiva degli interventi occorrono ulteriori approfondimenti attualmente in fase di realizzazione. Per dare una prima linea di lettura, solo l’adozione della tecnologia LED per l’illuminazione ha portato al 25% di abbattimento sui precedenti consumi elettrici.
Quali sono gli interventi prioritari previsti?
Gli interventi riguarderanno inizialmente due grandi linee progettuali: energia e gestione rifiuti. In entrambi i casi la priorità è rappresentato dalla “R” di riduzione. Il risparmio di risorse, sia energetiche che di materia, ha come prima conseguenza la diminuzione dei consumi e il relativo abbattimento della CO2.
Riguardo ai flussi di energia gli interventi, alcuni in fase di attivazione altri da calendarizzare, riguardano i seguenti ambiti:
- involucro esterno: sostituzione infissi e realizzazione tagli termici degli infissi;
- riscaldamento: sistemi di regolazione razionale e ambientale e isolamento complessivo delle tubazioni;
- acqua calda sanitaria, raffrescamento ed energia elettrica: valutazione e installazione di impianti cogeneratori;
- dimensionamento del sistema di accumulo di acqua calda sanitaria e piovana.
Riguardo alla gestione della materia e dei rifiuti, il principio fondante del progetto è il rispetto della gerarchia degli scarti già prevista dalla direttiva 2008/98/CE che introduce e precisa i criteri di priorità nella loro gestione, ovvero: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento.
In particolare, gli obiettivi anche numerici che si pone il progetto sono:
- una produzione del rifiuto residuo inferiore a 75 kg/anno per residente (valore di riferimento per i “Comuni rifiuti free”) che, in questo contesto, potrebbe essere addirittura molto inferiore;
- una raccolta differenziata all’80% che, a seguito di quanto viene proposto, è un obiettivo da considerare ampiamente raggiungibile.
Come contate di ridurre la produzione di rifiuti e favorire il loro recupero e riuso?
Per quanto riguarda i rifiuti il progetto è interamente focalizzato sul recupero di materia e, per fare questo, verranno applicate azioni volte alla:
- sostituzione degli imballaggi attraverso l’eliminazione di stoviglie monouso in plastica a favore di stoviglie riutilizzabili, ove è possibile effettuarne il lavaggio; eliminazione di “acqua in bottiglia” monouso a favore di brocche con acqua corrente e/o di dispenser muniti di bicchieri monouso compostabili; sostituzione della plastica monouso residuale con prodotti biodegradabili e compostabili; sostituzione delle capsule del caffè in plastica con quelle biodegradabili e compostabili (rifiuto intercettabile con la frazione organica);
- organizzazione di una efficiente raccolta differenziata per aumentare la quantità e la qualità delle frazioni recuperate per un totale recupero della materia. Per questa fase saranno progettati kit appositi di raccolta differenziata;
- gestione dei rifiuti raccolti, in particolare di quello organico che dovrà essere trasformato in loco attraverso un processo di compostaggio aerobico sfruttando gli ampi spazi verdi adiacenti al convento, già luogo di produzione di sfalci erbosi e residui delle potature degli olivi ad oggi non ancora valorizzati. Il compost sarà poi un fertilizzante a servizio dei terreni del convento;
- il Convento dispone già di un sistema di accumulo di acque piovane e ne stiamo valutando un’eventuale implementazione.
Puntate anche al riutilizzo di materie prime seconde?
Per le materie prime seconde stiamo valutando la possibilità di fornire materiali in plastica riciclata ai frequentatori dei campi scuola e comunque applicare gli accorgimenti già indicati nel Piano d’azione nazionale Green public procurement (PAN GPP). Stiamo conducendo uno studio per capire quali materiali utilizzare e come.
È un progetto replicabile?
Il progetto nasce proprio per creare un disciplinare che possa essere ripetuto in situazioni similari: le strutture monumentali, come le residenziali complesse, sono il target di riferimento. Ci prefiggiamo di produrre delle linee guida generali applicabili in vari contesti, che riportano sia i principi generali di riduzione, organizzazione e gestione, sia alcune indicazioni pratiche applicabili in ogni contesto. L’apprezzamento al progetto espresso dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ci dà la relativa sicurezza di essere nella direzione giusta.
L’iniziativa avrà un positivo impatto ambientale sulla collettività? E su turisti/pellegrini attenti a scegliere “mete green”?
Lo scopo principale è quello di mostrare attraverso una buona pratica applicata in un contesto reale quanto complesso possa essere anche la gestione dei flussi turistici e dei pellegrini. La “Laudato sì” deve diventare il punto di riferimento per il Sacro convento, ma anche per le strutture di accoglienza e i percorsi dei pellegrinaggi che dovranno dimostrare che la sostenibilità – o nel linguaggio del Santo Padre, la Custodia del Creato – è una pratica di vita fatta di piccoli gesti quotidiani, replicabile in ogni parte del mondo.
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