Edilizia off-site a servizio della città del futuro

A Rebuild Milano le potenzialità del binomio industria-edilizia per promuovere l'innovazione delle città del futuro

L’edilizia off site – ovvero il processo che ibrida la manifattura con l’edilizia e sposta la parte della catena del valore dal cantiere alla fabbrica – come elemento su cui puntare per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

E’ stato questo il fil rouge che ha fatto da sfondo all’appuntamento milanese di Rebuild  che si è tenuto il 18 ottobre nella sede di Assolombarda. Un incontro coordinato da Thomas Miorin, ideatore dell’iniziativa e Presidente di RE-Lab, che ha affrontato il tema della rigenerazione urbana nella città del futuro in un contesto multidisciplinare e ricco di spunti di riflessione. 

Il nostro non è un periodo di espansione del patrimonio edilizio – ha sottolineato Ezio Micelli, Presidente Comitato scientifico REbuildma è un periodo in cui si ritorna sul patrimonio già esistente. In questo senso il futuro della città è la rigenerazione della città che già esiste”.

“Per intervenire nella città che già esiste dobbiamo dotarci di tecnologie che ci permettano di essere efficienti, economici e compatibili, dal punto di vista economico, con le risorse del nuovo ceto medio che sicuramente non è diventato più ricco. Uno dei modi che Rebuild ha affrontato è quello di risparmiare sotto il profilo energetico e quindi convertire i flussi che oggi destiniamo alle bollette per il finanziamento di interventi di retrofit che si avvalgono delle più recenti tecnologie della manifattura digitale.  In questo senso il percorso che proponiamo è in grado di trasformare radicalmente il business delle costruzioni integrando quello dell’energia e procedendo dunque a una drammatica revisione dei modi con cui rigeneriamo i 17 -18 milioni di alloggi che oggi hanno necessità di quest’intervento di riconversione” ha aggiunto Micelli.

il percorso che proponiamo è in grado di trasformare radicalmente il business delle costruzioni integrando quello dell’energia e procedendo dunque a una drammatica revisione dei modi con cui rigeneriamo i 17 -18 milioni di alloggi che oggi hanno necessità di quest’intervento di riconversione” ha aggiunto Micelli.

Ad aprire i lavori della mattinata il Vicepresidente di Assolombarda  Stefano Venturi che ha sottolineato come Milano sia pronta ad affrontare le sfide dell’innovazione tecnologica e della rigenerazione urbana smart. In questo percorso, ha spiegato il manager, Assolombarda espleta il suo ruolo di catalizzatore aprendosi al mondo delle startup e fornendo strumenti mirati per un accesso efficace alla finanza.

Gli strumenti che Assolombarda mette a disposizione delle aziende per innovare e affrontare anche il tema della città del futuro sono svariati – ha spiegato Venturi.

“Nella casa di Assolombarda  – ha aggiunto il manager – da qualche anno per la prima volta ospitiamo tantissime startup. Abbiamo oltre 300 startup innovative che si sono associate e frequentano i corridoi della nostra sede e le nostre imprese. Facciamo in modo che i due mondi, quello delle imprese esistenti e quello delle nuove imprese, si feritlizzino a vicenda. Inoltre diamo a queste realtà una serie di strumenti tra cui quelli per un accesso a una finanza in modalità emancipata, Bancopass per le imprese Bancopass per le startup, un supporto che permette loro di pianificare meglio i propri fabbisogni finanziari per portare a termine i loro progetti innovativi”.

Tra i temi affrontati anche un focus sul patrimonio immobiliare del settore terziario con il caso studio di Milano dove la maggior parte degli uffici, secondo una ricerca del CRESME, si colloca in classe energetica G o F. In questo contesto l’edilizia off site costituisce un ambito ad alto potenziale ha spiegato Massimo Roj – architetto e fondatore di Progetto CMR che ha citato l’esempio delle facciate realizzate in fabbrica e poi trasportate in sito.

Milano è una città che oggi ha circa 3 milioni di metri quadrati destinati al terziario amministrativo e più di 4700 edifici –ha spiegato Roj – Da una ricerca del CRESME emerge che questi edifici spesso non sono adeguati dal un punto di vista normativo e hanno una classe energetica molto bassa, parliamo del livello G o F. Noi abbiamo ipotizzato una modalità di intervento off site che privilegia l’impatto industriale, ovvero la predisposizione di cellule di facciate realizzate in fabbrica, portate in sito e montate facilmente”. 

Abbiamo approfondito questa ricerca durante quest’anno a fronte dell’intervento fatto in Rebuild l’anno scorso, per portarlo in un settore che è il luogo dove passiamo la gran parte della nostra esistenza, ovvero il luogo di lavoro. L’edilizia off-site richiede tempistiche molto inferiori rispetto ai metodi tradizionali, parliamo del 60% di tempo in meno. Si possono, ad esempio, realizzare interventi plug&play delle facciate che hanno al loro interno tutte le funzioni, dalla climatizzazione al cablaggio, alla produzione energetica. Elementi che diventano al tempo stesso un fattore esterno interpretato da architetti, imprese o dal soggetto che interviene per dare un aspetto diverso ad ogni edifico che viene realizzato, ristrutturato o riqualificato”, ha spiegato Roj. 

A chiudere i lavori della mattinata è stato l’intervento del Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti  Riccardo Nencini.Quello dell’efficientamento è un tema chiave per il Governo – ha spiegato Nencini – accanto a questo c’è il  tema di un’idea nuova di città, in questo senso l’edilizia industriale ha un ruolo importante, soprattutto per quanto riguarda le periferie. Ora bisogna passare dalla fase del pensiero a quella dell’azione ed è probabile che ci sia una sperimentazione tra non molto tempo”.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.