Un trend in crescita continua che coinvolge tutto il tessuto produttivo nazionale, sia che si parli di Pmi che di multinazionali. Lo sviluppo di pratiche green a supporto della sostenibilità ambientale sta diventando sempre più una caratteristica strutturale delle aziende di tutte le taglie. Per comprendere la portata di questo fenomeno l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha avviato un progetto di ricerca i cui primi risultati sono stati presentati oggi nel capoluogo lombardo.
Il Green Technology report analizza la diffusione delle green practice nel sistema industriale del nostro Paese concentrandosi su quattro settori: Automotive, Manifatturiero e Servizi Tecnici, Metallurgia e Industrie di Processo, Not Durable Goods. In totale, i ricercatori hanno intervistato i responsabili per la sostenibilità, e in alcuni casi anche i vertici aziendali, di 80 imprese italiane sulle pratiche green messe in atto all’interno dell’organizzazione allo scopo di individuare le cause che stanno portando a quella che viene definita come “un’inesorabile evoluzione sostenibile”.
“Le variabili che oggi governano le dinamiche competitive nello scenario economico attuale – spiega l’E&S Group – sono cambiate significativamente rispetto a quelle del passato. Le problematiche che le aziende hanno dovuto affrontare hanno portato ad un cambiamento rapido e inesorabile che ha premiato chi ha saputo adattarsi meglio alle nuove regole del gioco. Fino a pochi anni fa, era diffusa la convinzione che l’attenzione verso l’impatto ambientale rientrasse nella Responsabilità Sociale dell’impresa, evidenziandone prevalentemente i risvolti puramente giuridici. La tendenza attuale, invece, sta portando le aziende verso la consapevolezza che ci sia un legame crescente tra le green practices e la sostenibilità ambientale, da una parte, e le performance ed il successo di un’impresa, dall’altra. Diventa sempre più importante capire la reale portata di questo cambiamento di approccio e il suo impatto sul sistema industriale del nostro Paese”.
Stando ai risultati presentati oggi, sono sempre di più le imprese che investono in programmi di training volti ad accrescere le competenze sul tema ambientale dei propri dipendenti, creando all’interno della struttura stessa una mentalità sensibile al tema della sostenibilità. A spingere il cambiamento, sottolinea lo studio, non sono solo le dinamiche del mercato (che certamente hanno il loro peso) ma anche altri fattori come l’evoluzione normativa e il cambiamento della percezione del tema all’interno delle imprese stesse. Le funzioni aziendali maggiormente coinvolte sono quelle “Corporate” e “Operation” responsabili della definizione dei target green e dell’uso delle risorse lungo il processo produttivo. Nonostante queste premesse, però, la ricerca sottolinea che una parte rilevante del campione non ha ancora realizzato strutture organizzative o sistemi di misurazione dedicati alle performance ambientali principalmente a causa della mancanza di definizione dei ruoli, che porta all’assegnazione delle competenze su più persone all’interno dell’organizzazione con una conseguente perdita di efficienza.
“L’eterna diatriba organizzativa tra alta diversificazione e fabbisogno di integrazione tra le varie funzioni – conclude il report – appare risolta soltanto nelle organizzazioni più evolute e moderne indipendentemente dalla dimensione e dal settore. In sostanza, vince in questo contesto, chi è riuscito a trasformare la necessità law driven di essere green in un’opportunità di creazione di valore. Chi ha spostato il baricentro dal costo all’investimento. Chi è riuscito a costruire una struttura organizzativa che supporti e guidi l’azione strategica”.
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