L’industria cartaria europea si dota di una “Roadmap 2050 verso una bioeconomia a basso tenore di carbonio” per ridurre dell’80% le emissioni di CO2 entro il 2050. La “tabella di marcia” è stata messa a punto dalla Confederazione europea dell’industria cartaria (CEPI) ed è stata presentata in antemprima stamane a Roma dal Presidente di Assocarta Girolamo Marchi durante l’assemblea pubblica dell’Associazione.
Sostenibilità, efficienza e nuovi investimenti: le sfide per il comparto
“Occorre un programma ‘Industria 2050’ che accompagni il settore cartario nell’attuazione di questa strategia”, ha sottolineato il Presidente. Il piano strategico, difatti, traccia e analizza i percorsi di investimento che l’industria dovrebbe seguire per abbattere le proprie emissioni di CO2 in linea con gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi. Nel 2050 si punta di raggiungere la quota minima di 12 milioni di ton di CO2 attraverso la riduzione delle emissioni dirette, derivanti dal cambio di combustibile, adozione di tecnologie innovative, stimolo dell’efficienza energetica, e indirette, riguardanti il trasporto e l’elettricità acquistata. Per una riduzione di 37 mln di ton di CO2 nei prossimi anni.
Inoltre, il comparto punta a incrementare del 50% il proprio valore aggiunto, passando dagli attuali 16,5 miliardi di euro ai 25 mld del 2050, con la crescita di diversi segementi: quello dei prodotti su misura, per un valore stimato di 5 miliardi di euro, e quello di nuovi bioprodotti, da cui deriveranno 3,5 mld di euro. Cui si aggiunge il segmento delle carte speciali, per imballaggio, per uso igienico e sanitario che in Italia si conta saranno determinanti nello spingere la crescita del comparto, prevista per il 2017 tra lo 0,5% e l’1%.
Per perseguire la strada virtuosa della decarbonizzazione, la CEPI mette in conto sia l‘allineamento nel lungo termine delle politiche europee a quelle nazionali sia la riduzione dei costi normativi, che sarebbero pari a un terzo della redditività d’impresa (6% del valore aggiunto). I livelli di investimento, sottolinea la Confederazione, dovanno crescere del 40%, ovvero di 44 miliardi di euro, rispetto ai livelli attuali.
“Proprio per lavorare su programmi di investimento a lungo termine, ora più di prima, è indispensabile ridurre i costi energetici a livello di quelli europei”, haspiegato Marchi. “Su questo aspetto bisogna dare atto al Governo e al Ministro Calenda di aver fatto molto con l’art. 39 elettrico ma occorre rafforzare le politiche di riduzione dei costi, attraverso l’art. 39 gas e un corridoio di liquidità che tenga conto delle esigenze dei consumatori. Va ridotto drasticamente il costo dell’incertezza normativa che nessuna compagnia è in grado di assicurare. Ad esempio l’incertezza che regna nei rapporti con il GSE affossa gli investimenti passati e blocca quelli futuri di imprese italiane e multinazionali”.
Produzione e riciclo della carta esempio di economia circolare
Ricerca, innovazione, efficienza energetica e cogenerazione sono le sfide affrontate negli ultimi 20 anni dal settore cartario italiano che si classifica come primo a livello italiano a dotarsi di una strategia di questo genere. “Negli ultimi 20 anni il settore ha aumentato l’efficienza energetica del 20%“, ha commentato il Presidente. Questo lavoro si mostra decisivo nel passaggio da un sistema di produzione lineare a un’economia circolare: ogni minuto in Italia vengono riciclate 10 ton di carta, ha mostrato Marchi, e il tasso di riciclo degli imballaggi si attesta all’80%. Il 55% dei volumi prodotti proviene da carta ricilata e il recupero degli scarti da riciclo produce un equivalente di 70.000 ton di petrolio per un valore di 23 milioni di dollari.
“L’industria cartaria italiana è un settore maturo che produce un bio materiale ante littera che svolge un ruolo chiave nell’economia circoalre in quanto utilizza una materia prima rinnovabile, il legno, che cresce in foreste gestite in modo sostenibile“, ha proseguito Marchi.
I numeri registrati in Italia
L’Assemblea ha permesso un momento di riflessione sui numeri del comparto. Nel 2016 il cartario italiano ha prodotto 8,9 mln di ton, registrato un decremento dello 0,7% rispetto all’anno precedente, con un decremento per carta per usi grafici (-3,7%), per usi igienico-sanitari (-0,7%), per cartone ondulato (-1.7%) e un aumento per carta per imballaggi (+4,2%) e altre tipologie di carta e cartoni (+0,3%). Il 44% di export/produzione ha registrato un fatturato di 7 mld di euro (-1,3% al 2015), la domanda interna è stata di 10 mln di ton (+0,1% al 2015) e il fatturato verso l’estero è stato di 3,7 mld di euro con un saldo positivo di 218 mln di euro (rispetto ai 279 mln del 2015).
Articoli correlati Certificati bianchi, le priorità per Assocarta
La carta non è nemica delle foreste. Parte oggi la campagna di Twosides
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.