In occasione del Manufacturing Forum, evento organizzato da IlSole24Ore, è stato presentato a Milano Pilot Factory: primo concept plant totalmente 4.0. La struttura, situata nel nuovo Polo Tecnologico di Vienna, ha lo scopo è mettere a disposizione delle aziende un ambiente sperimentale, ma funzionante, nel quale ideare, provare e verificare i nuovi processi produttivi permessi dalle tecnologie 4.0 e di verificarne concretamente sul campo il valore e il ritorno degli investimenti. Una opportunità per l’azienda di vedere come indossare le tecnologie 4.0 e testarne gli effetti sui propri processi operativi.
Tra le aziende e le università che hanno partecipato alla iniziativa c’è Atos. Con Nicola Gullì, Global Account Executive MRT Market dell’azienda scambiamo alcune considerazioni tra Industria 4.0 e le potenzialità, per una azienda, di potersi confrontare con un laboratorio in grado di riprodurre le proprie funzionalità in ambito 4.0.
Cosa vuol dire progettare una industria 4.0 in termine di abbattimento dei costi complessivi e di efficienza energetica e di processo?
Non c’è una risposta quantitativa univoca a questa domanda e, del resto, Pilot Factory nasce il larga misura proprio dalla necessità di valutare il valore di un progetto correlando gli investimenti necessari con i benefici di tipo qualitativo e quantitativo che si possono ottenere. Le imprese interessate a implementare soluzioni 4.0 nella propria organizzazione di fabbrica possono misurarsi qui con un modello reale e funzionante. Un modello progettato nativamente in logica 4.0, e misurare i ritorni in termini di maggiore efficienza di processo, di impatti sul modello di business, di ritorno dell’investimento, ma potendo osservare anche le importanti implicazioni collegate alla gestione del cambiamento.
E’ possibile applicare un retrofit alle aziende in termini di 4.0?
E’ possibile e pensiamo, forse, perfino indispensabile. Noi di Atos partiamo dal concetto che la protezione degli investimenti compiuti dall’impresa, debba essere un elemento fondante di tutti i processi d’innovazione per almeno due ragioni: la prima di ordine economico-finanziario, dal momento la sostenibilità passa per un ragionevole compromesso fra la sostituzione e la trasformazione degli impianti esistenti; la seconda, altrettanto importante, riguarda il capitale umano dell’azienda che deve essere accompagnato nella trasformazione tecnologica e di processo per garantire il successo e la massimizzazione dei risultati.
Cosa richiede come sforzo di progettazione?
Lo sforzo di progettazione è, entro una certa misura, proporzionale alla complessità degli obiettivi dell’impresa e della soluzione pensata per il processo di trasformazione. Anche in questo, Pilot factory rappresenta uno strumento importante per definire in modo accurato i parametri fondamentali della trasformazione e valutare lo sforzo progettuale sul modello, prima ancora di iniziare il progetto di implementazione nel contesto del cliente.
A volte il passaggio culturale è più complesso e richiede più tempo rispetto ad un passaggio tecnologico, ritiene che a livello culturale le aziende siano pronte a capire ed applicare tutto quello che comporta una industria 4.0?
Come per tutte le rivoluzioni, la fase iniziale, rappresenta il momento critico in cui si possono cogliere delle opportunità, ma anche commettere degli errori. Le aziende manifatturiere hanno necessità di trovare nel partner tecnologico che le supporta nella trasformazione, un alleato che le accompagni attraverso le diverse fasi del percorso, considerando tutti i fattori che lo caratterizzano: introduzione di tecnologie, trasformazione di processo, piani di adozione e di trasformazione culturale e delle competenze del capitale umano, trasformazione del modello di business e così via. La vera sfida consiste nel saper considerate e controllare in modo organico tutti gli aspetti che concorrono al successo di un’iniziativa 4.0. Infine, non bisogna dimenticare che la rivoluzione 4.0 prospetta un modo completamente nuovo di far evolvere la propria realtà produttiva nel tempo, possiamo dire tipico della tecnologia digitale, e consiste in un processo continuo di miglioramento delle prestazioni, sulla base delle osservazioni di efficacia sul campo e delle sollecitazioni che provengono dalla propria posizione di filiera.
In questo senso quanto è strategico un laboratorio come il “Pilot Factory”?
La Pilot Factory è fondamentale perché non è un laboratorio nel quale si simulano i processi di fabbrica, quanto piuttosto un reale ambiente di produzione dove si possono verificare in funzione gli use case di interesse, prima di calarli nel proprio ambiente produttivo
Come si è svolta la collaborazione tra le diverse realtà che lo hanno realizzato?
Atos ha collaborato attivamente, con la propria esperienza IT applicata al settore manifatturiero (non dimentichiamo che Atos stessa è azienda manifatturiera dotata di centri di progettazione e produzione di sofisticati sistemi di calcolo, dai server ad alte prestazioni ai super-computer) con un’ampia compagine di partner tecnologici, fra i quali ricordiamo SAP e Siemens, di competenze provenienti dal mondo universitario e industriale. In questo modo si è creato un team esteso capace di coprire ogni aspetto della progettazione e realizzazione di sistemi e soluzioni di fabbrica condividendo le scelte compiute. L’ecosistema di competenze nato da questa esperienza è veramente unico e la contaminazione ha prodotto livelli di creatività e dinamismo di grande valore che siamo lieti di poter mettere a disposizione dei nostri clienti.
Qual è la procedura per visitarlo?
Le visite possono essere calendarizzate attraverso un processo di prenotazione standard che supportiamo come Atos. Per i clienti che volessero visitare, e poi sfruttare Pilot Factory nei loro progetti, abbiamo messo a punto un metodo di lavoro che comprende un percorso strutturato che parte con un workshop di due giorni e termina con la stesura di un Business Case relativo alle iniziative di innovazione desiderate e sperimentate sul campo. Per familiarizzare con Pilot Factory abbiamo previsto la possibilità di visitarla da remoto in modalità virtuale.
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